Dal 7 al 13 settembre, Capolona ha ospitato Exit Enter e Francisco Bosoletti, due artisti di fama internazionale che, all’interno del
52010 Art Fest – Capolona Street Art Festival, hanno realizzato due murales su edifici del paese. Ho avuto la fortuna di parlare di questa iniziativa con chi ha contribuito affinché venisse realizzata, il curatore indipendente e direttore artistico Matteo Bidini, un giovane aretino che già da diversi anni gira l’Italia e l’Europa realizzando collaborazioni fra artisti urbani e committenti, per portare l’arte nelle strade.
Parlando con Matteo di questo evento e di arte, mi è tornato in mente il passo di un libro di Massimo Recalcati, “L’ora di lezione”. Recalcati parla di uno dei più importanti e influenti artisti italiani del Novecento, Emilio Vedova. In particolare, Recalcati racconta un aneddoto diventato leggendario, come accade spesso per certi personaggi eccezionali, la cui esistenza finisce per essere essa stessa arte. Per aiutare un allievo rimasto bloccato di fronte alla tela bianca, incapace di iniziare a dipingere, pare che Vedova usasse infilare uno spazzolone in un secchio di colore, con il quale poi colpiva la tela, liberando così l’allievo dalla paura di quel vuoto iniziale.
Perché quella tela bianca, o quel muro intonso, per tornare alla street art, quel vuoto di fronte al quale si trova l’artista nel momento prima di dare vita alla sua arte, in realtà “non è mai vuoto. È piuttosto sempre troppo pieno. Pieno di cosa? Di tutta la storia dell’arte, di tutte le immagini già viste nell’arte che ci ha preceduti”. Recalcati continua dicendo che “il colpo di spazzolone vuole allentare l’obbedienza del soggetto alle regole codificate della tradizione affinché qualcosa di nuovo possa venire alla luce”. Non so se è solo una mia suggestione, ma queste parole mi fanno venire in mente la street art o per lo meno una parte di essa.
Appropriarsi degli spazi pubblici ed esprimere la propria arte ribaltando le regole che per secoli hanno cercato di definirla, entrare in contatto con un luogo e con la sua gente, che diventando entrambi agenti attivi in un processo creativo svelato, contribuiscono così a creare un evento. Infatti, Matteo mi spiega che Exit e Bosoletti, senza avere un tema preciso al quale ispirarsi, sono entrati in contatto con il territorio per parlare a e con gli abitanti attraverso la loro arte: hanno realizzato un lavoro corale instaurando un legame fra arte, artista e tutte le persone che si sono trovate e si troveranno, per caso o per scelta, a passare di fronte alle loro opere. Anche il 52010 Art Fest è il risultato di un lavoro corale fra Matteo e l’Assessore alla Cultura del comune di Capolona, Gianluca Norcini. Un lavoro durato circa un anno, che ha portato alla prima edizione di un progetto triennale che vedrà ancora Capolona ospitare artisti per le proprie strade, oltre ad altri eventi e laboratori per ragazzi. Già quest’anno, oltre alla realizzazione dei due murales si è svolta anche una mostra delle opere su tela di Exit.
Matteo mi fa capire perché ama questo lavoro e perché è così importante la street art: “Sono stato in molte grandi città e in molti paesi piccolissimi con progetti e artisti diversi, ma ogni volta si crea sempre un rapporto speciale fra noi che veniamo da fuori e gli abitanti del posto. Si fermano incuriositi da quello che stiamo facendo, alcuni prendono confidenza e ci portano il caffè, si crea un legame che durerà nel tempo come l’opera d’arte che viene realizzata e che resterà sempre esposta, ogni giorno, di fronte a tutti, e che cercherà sempre di esprimere proprio questo dialogo nato fra l’artista, i luoghi e le persone che lo hanno accolto.”
di STEFANO BENNATI