Classe 1991. Nato a Policiano, a pochi passi da Arezzo.
Simone Sinatti, in arte Speaking Minds. Non lo conoscete? Impossibile. Almeno una volta nella vostra vita lo avete incontrato o meglio avete ballato la sua musica. Si, avete capito bene, la sua musica. Simone è un artista che, un passo alla volta, è arrivato a stampare dischi a soli 19 anni. Inizia come PR nei locali aretini per poi avvicinarsi alla console e suonare. Debutta in una serata al Klang, diventa resident a Le Mirage e parte del progetto Social Kids. Poi si trasferisce a Bologna per gli studi universitari mettendo in valigia anche l’amore per la musica.
Suona principalmente musica techno e deep house, altre volte downtempo disco e funky.
Possiamo ricondurlo al filone capitanato da Dixon, Mano Le Tough o John Talabot. Da quattro anni porta avanti il progetto Speaking Minds, avviato inizialmente insieme al socio Marco, che gli ha permesso di girare tutta Europa e non solo: Inghilterra, Olanda, Francia, Spagna, Germania, Turchia, Marocco. Possiamo citare le sue apparizioni al Watergate di Berlino o all’ADE di Amsterdam, senza tralasciare le console nostrane come Cocoricò, Tenax, Volt, Link o Sunflower.
“Con il tempo sono riuscito a raggiungere obiettivi importanti – spiega Simone – tra cui pubblicare tracce su etichette che prima potevo solo stimare; ho anche avuto il piacere di suonare con artisti che prima guardavo e ammiravo dalla pista.”
Ma com’è lavorare a 360° nel mondo della musica? “Stancante. Nessuno penserebbe di associare questo aggettivo alla vita da DJ vero? Tutti credono che sia solo serate e divertimento, ma c’è tanto lavoro dietro: devi essere sempre aggiornato e mantenere rapporti con organizzatori, agenti ed etichette e come succede nel 90% dei casi fai più ore di volo che di sonno. Però è estremamente gratificante. Ti trovi a girare il mondo per far ballare e sorridere la gente che apprezza quello che fai e tutta la fatica è ripagata.”
Oltre a produrre musica, gestisce un’agenzia di booking ed è il direttore artistico di Aeon, etichetta di Alex Niggemann, per cui si occupa di selezionare demo, gestire le uscite e tutto quello che ne comporta.
Simone è partito da questa città, si è rimboccato le maniche, ha definito il suo carattere artistico e grazie anche al suo carattere si è fatto voler bene, ma di progetti futuri ne ha ancora tanti.
“Non abbiate fretta, credeteci ed impegnatevi – conclude – La musica non è il calcio, non c’è un’età di scadenza: l’importante è avere passione e coltivarla non solo per voler arrivare. Certo avere delle ambizioni è giusto perché l’ultimo traguardo raggiunto non deve MAI essere l’ultimo, ma solo quello prima del successivo.”
Di Giulia Basagni
CLAUDIA DI BERNARDO
Amante del malto, quello doppio. Mangerei pizza un giorno sì e l’altro pure. Calciofilo, tifoso e giocatore amatoriale. La scrittura? Passione nata per caso, adesso cerco l’opportunità di farla diventare qualcosa di più. Scelgo la musica da ascoltare in base al mio stato d’animo. Vorrei che tutto fosse pronto all’uso. 1991 non è solo la data di nascita, è qualcosa di più.