Come la pasta fatta in casa,come il bacio della mamma prima di partire, il Principe coccola e diverte gli aretini che, generazione dopo generazione, continuano a ricambiare frequentandolo abitualmente. Un’estensione naturale dello svago cittadino al quale partecipano, questa una delle particolarità, sia ragazzi giovani, sia meno giovani. Una convivenza non forzata, anzi, spontanea per un locale che ha saputo fare del cambiamento e dell’attenzione ai gusti di tutti, uno dei veri dogmi della propria esistenza. La gentilezza di Stefano Benassi, il Presidente della società, e di Matteo Innocenti, il suo collaboratore, ha fatto si che ci aprissero le porte verso un mondo del divertimento curato nel dettaglio e sofisticato nel meccanismo, col fine di restituire ai suoi affezionati un prodotto completo, finito e appagante. Proprio Stefano, con la sua esperienza pluriennale nel settore, introduce Il Principe. “Questo è un locale storico che ha saputo adattarsi e cambiare. Per quanti lo ricordano, prima la location era in centro, mentre ora si è spostata un po’ più fuori, in zona Pratacci, traendone benefici sotto alcuni aspetti, tra i quali la comodità del parcheggio. È l’unico locale ad Arezzo che, col tempo, ha mantenuto le sue radici, cambiando però nel genere musicale. Siamo in questa struttura dal 2006 e, al momento della scelta del nome, è stato proposto Il Principe, perché uno dei soci del locale era un collaboratore della vecchia gestione e ha pensato bene di mantenerlo”. La cartina tornasole di un locale, il suo termometro e la sua qualità, sono figlie di un lavoro certosino, dello studio di idee e dello sposalizio di generi musicali che possano essere al passo con i tempi: “Questo è stato un locale che ha fatto le sue fortune sulla propria varietà di offerta. Il venerdì è dedicato ad una fascia di età tendenzialmente giovane, dai 25 ai 35 anni circa e la sala centrale è quella dedicata all’ospite o al format – poi ne parleremo mentre nel privèe le casse suonano musica prevalentemente commerciale. Il sabato l’offerta musicale si esprime spalmata su tre sale, quella centrale dedicata all’orchestra con balli di coppia o gruppo poi, il privèe Royal alla ristorazione prima e successivamente alla discoteca, per finire con quella del latino americano, un genere che ha preso tanto spazio. Cerchiamo di accontentare un po’ tutti”. La parola format è un elemento che ricorre non solo in tv, ma caratterizza anche il successo di un locale.
Alla discoteca Il Principe, sanno come si fa: “Il Mamacita, per citarne uno, ha riscontrato un bel successo da noi ed è una tipologia di serata che viene proposta in molti locali in Italia. Ci sono grandi nomi dietro questo genere di eventi e, vi svelo, che presto faremo anche una serata con Mtv”. Quello che colpisce l’occhio è anche l’eleganza delle strutture e la cura che gli addetti riversano in ogni particolare, mettendo le loro competenze specifiche al servizio della discoteca: “Siamo sempre stati attenti ad investire sul rinnovamento dello stile, cercando di intercettare le espressioni musicali del momento, i dj più popolari come Gabri Ponte e Gigi D’Agostino, per citarne alcuni, e ingaggiando personaggi famosi a livello social. Cerchiamo di prenderli sulla cresta dell’onda. Dal punto di vista strutturale l’intento è quello di soddisfare il colpo d’occhio che la clientela desidera, cercando un certo tipo di visual, tant’è che di recente abbiamo investito molto sulle luci”. Per i tanti che entrano, corrispondono nuove idee e progetti che lo staff proverà a realizzare: “La nostra idea sarebbe quella di trovare una location in città, autorizzata al pubblico spettacolo e che diventi in pianta stabile il locale estivo de Il Principe”. Cena spettacolo, navetta per i casentinesi e divertimento. Questa è la discoteca Il Principe.Punto di riferimento di ieri, dell’oggi e del domani. Per tutti.
Di Fabrizio Salvi
FABRIZIO SALVI
Settembre ’85. Ho impugnato una penna e non me ne sono più separato. Scrivo mentre viaggio, viaggio per passione, ho la passione della scrittura. Una ruota nella quale tutto torna al punto. E a capo, con una nuova storia da raccontare.