Carlo Farsetti
Porta Crucifera
Al Cuor non si Comanda!
Ad allenare i Giostratori del Quartiere di Porta Crucifera c’è Carlo Farsetti. La Giostra è alle porte, gli allenamenti sono tosti e gli animi dei quartieristi iniziano a farsi sentire. Quello che conta è arrivare a sabato 23 Giugno pronti. Colcitrone è così, un quartiere pieno di energia, voglioso di Giostra, implacabile. E questo Carlo lo sa bene.
Il tuo ritorno al Quartiere di Porta Crucifera, ma in una veste differente, che impressioni e sensazioni ti sta dando fare l’allenatore? “È una nuova esperienza per me, non avevo mai provato a fare l’istruttore di Giostra, anche se in questi anni ho comunque allenato e cresciuto alcuni ragazzi. É molto bello, i primi tempi ero un po’ spaventato perché è una bella responsabilità, ma adesso sono veramente felice… Mi diverto! Abbiamo creato un bel gruppo, i ragazzi mi stanno seguendo e si è creata una bella armonia, sono contentissimo!”
L’allenatore, una figura ormai fondamentale all’interno di ogni quartiere. Nello specifico di cosa si occupa? “In realtà ci sono varie figure: c’è chi pensa all’addestramento dei cavalli, chi alla lancia o al mental coach… Diciamo che io devo fare un po’ di tutto questo. É un ruolo molto completo, io sto crescendo mano a mano con loro e cerco di far tesoro della mia esperienza da Giostratore, di quella appresa nelle altre gare e della mia figura di istruttore per poi riportare tutto questo ai ragazzi. E fare gruppo, anche questo è molto importante.”
Su che cosa punti maggiormente nell’allenamento? “Ovviamente su un insieme di tutte queste cose per arrivare a fare quel cinque che tutti ci aspettiamo! I ragazzi devono stare sereni e tranquilli. Ho chiesto alla Dirigenza di avere un ambiente tranquillo e sereno. Quello invece che abbiamo chiesto ai ragazzi è di metterci l’impegno e loro ce lo stanno mettendo.”
Com’è allenare un palco di giostratori tutti giovani e pieni di energia? “Stimolante e bellissimo. Ognuno ha il suo carattere e devo riuscire a tirare fuori il meglio di ognuno di loro. É questo il compito di un bravo allenatore.”
Lasciamo che Carlo torni agli allenamenti, i giostratori sono tutti lì pronti ad ascoltarlo. Manca poco, l’ansia sale e come dicono a Porta Crucifera: “Al Cuor non si Comanda!”
di GIULIA BASAGNI
Maurizio Orlandi
Porta del Foro
L’uomo che sussurra ai cavalli
“Una passione che da 16 anni è anche il mio lavoro!” Esordisce così Maurizio Orlandi, da pochissimi mesi nuovo preparatore dei cavalli dei giostratori del Quartiere di Porta del Foro. Ci racconta che viene dalla famosa gavetta, dalla quale bisogna passare in tutti i lavori. Si avvicina al mondo della Giostra nel 2012 quando incontra Martino Gianni tramite un amico in comune. “Se oggi sono qui a Porta del Foro è perché lui ha fatto il mio nome.” E’ stato corteggiato anche da un altro quartiere, allora perché proprio Porta del Foro? “Mi è sempre piaciuto, è un quartiere tranquillo dove ho visto che c’è un buon materiale con cui lavorare, i ragazzi sono validi e ci siamo trovati d’accordo con la dirigenza sotto tanti punti di vista e allora ho deciso di intraprendere questa nuova sfida.” Maurizio ci spiega che con l’evoluzione della Giostra, la figura dell’allenatore è diventata fondamentale perché è necessario affinare il metodo anno dopo anno. “Anche i più grandi cavalieri hanno il trainer a terra, risulta fondamentale a qualsiasi livello. Per quando riguarda il mio lavoro specifico io penso che il cavallo conti minimo il 70% considerando i disturbi che possono esserci in piazza. La prima cosa da fare infatti è mettere a posto i cavalli e poi il talento del giostratore fa il resto.”
Quale è il metodo di allenamento? “Partiamo dal fatto che quando un cavallo lo lavori in maniera insistente, per stanchezza, e non vai a lavorare sulla sua psicologia, quindi sulla comunicazione, arrivi ad un certo punto che il cavallo sta attento a come gliela chiedi la cosa e non a cosa gli chiedi. In questo caso il cavallo può avere una reazione più grande di quella che realmente gli stai chiedendo, quindi se l’animale vive male la situazione non potrà mai rendere al massimo. Il cavallo va portato ad essere tranquillo, desensibilizzato e poi soltanto quando vive bene la situazione e ci comunichi nel modo giusto puoi iniziare un’evoluzione comune tra cavallo e cavaliere.”
Maurizio è molto ambizioso e in questi primi mesi sta lavorando bene e sa che la strada è lunga, ma il suo obiettivo è portare in Piazza quello che di buono sta facendo insieme ai ragazzi durante gli allenamenti. Sarà la prima volta che vivrà la Giostra in prima persona, infatti sarà lui ad accompagnare verso il pozzo i giostratori, con cui si è creato un rapporto di fiducia. Conclude dicendo: “Vogliamo mettere la ciliegina sopra la torta, abbiamo il dovere di provarci!”
di PIERPAOLO CHIARO
Manuele Formelli
Porta Sant’Andrea
Giovani e consapevolezza
Manuele Formelli ci aspetta per la nostra intervista e già dall’esordio della nostra chiaccherata, ci spiega deciso di essere “una pedina di una scacchiera composta da giostratori, consiglieri, volontari, quartieristi che lavorano per far sì che Sant’Andrea arrivi competitivo alle due settimane di Giostra.”
Ma la domanda che ci sorge spontanea appena lo vediamo e che, da spettatori della Giostra, scaturisce più di tutte curiosità ed interesse, riguarda la scelta di far scendere in Piazza a giugno il giovane Tommaso Marmorini. Manuele, perché questa decisione?
“La scelta di Marmorini è stata ponderata dal consiglio, il mio ruolo è quello di rendere tutto il gruppo più competitivo possibile, serve pazienza quando hai a che fare con i giovani e devi dare a tutti modo di crescere.”
Da preparatore di cavalli e giostratori, Manuele si occupa dell’organizzazione tecnica della squadra che, ci spiega si articola in varie fasi che si alternano durante l’anno e tra una Giostra e l’altra. Ovviamente gli step da seguire si fanno più intense a giugno e settembre, mentre gli allenamenti si adattano alle esigenze e all’esperienza di giostratori e cavalli.
“Credo nel lavoro quotidiano, nella voglia di mettersi in gioco e nel non vedere l’ora di affrontare la competizione!” Ci dice. Manuele ci spiega anche che per Sant’Andrea questo è un anno particolare in cui il quartiere si trova a dover affrontare una nuova situazione, un cambio generazionale.
“I giovani del quartiere sono tanti e hanno voglia di crescere, ma accanto a loro ci sono anche molti veterani che hanno ancora tanti obiettivi da raggiungere e una gran voglia di correre la Giostra. Serve consapevolezza in questo importante percorso che dobbiamo percorrere…” Giovani e consapevolezza sono davvero un binomio importante che se dosato nel modo giusto potrebbe rivelarsi la carta vincente da giocare.
di MELISSA FRULLONI
Stefano Pelosi
Porta Santo Spirito
L’allineamento perfetto tra mente e corpo
“Per quanto riguarda l’aspetto tecnico legato all’allenamento con la lancia il mio contributo è praticamente nullo, dopo un maestro come Martino…” Inizia il nostro incontro e Stefano Pelosi esordisce così, con la determinazione e la pacatezza che devono essere propri di un preparatore di cavalli. Lui si occupa di quelli di Porta Santo Spirito, assicurandosi che mantengano sempre una condizione fisica ottimale durante il corso dell’anno. “Il carico di lavoro deve essere adeguato per l’animale e in avvicinamento alla Giostra è bene iniziare un lavoro più specifico volto alla creazione del binomio, titolare o riserva, che scenderà in Piazza.” Ciò che conta, ci spiega, è preservare l’integrità fisica e la freschezza mentale di tutti i soggetti presenti in scuderia, in modo che possano dare il massimo durante le Giostre e le prove generali. “Oltre a questo do il mio supporto alla gestione logistico-organizzativa della scuderia.”
Ma in che cosa consiste il suo allenamento? “Il mio modo di fare equitazione, e di conseguenza allenare cavalli e cavalieri, è incentrato sulla decontrazione fisica e mentale del cavallo; un corretto sviluppo fisico rispettoso della biomeccanica e una particolare attenzione al rilassamento mentale e disponibilità al lavoro del cavallo. Queste sono le linee guida su cui si fonda il mio lavoro, la loro applicazione tecnica è diversa e specifica a seconda del soggetto e della situazione.” Stefano ci spiega che una volta che i ragazzi hanno ben chiare le sue linee guida, lui cerca di aiutarli a sviluppare la sensibilità giusta per riuscire a lavorare senza schemi fissi nella testa, approcciandosi ad ogni situazione, su qualsiasi cavallo, con la capacità di adeguarsi a quelle che sono le esigenze del binomio, per ottenere il massimo del risultato col minimo sforzo per entrambi.
Un approccio davvero interessante che combina tecnica e capacità fisiche, ma soprattutto concentrazione e pace interiore, in un allineamento mente-corpo che, se raggiunto, potrebbe portare davvero interessanti risultati.
di MELISSA FRULLONI
REDAZIONE
Preparata, attenta, fuori dagli schemi e con una gran voglia di raccontare la nostra città; la Redazione e i suoi articoli su Arezzo, in perfetto stile WEARE…