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Amor color Amaranto
Intervista a Massimo Anselmi sul salvataggio della SS Arezzo

Il calcio è lo sport più popolare al mondo poiché basato su norme semplici: si gioca con un pallone e senza attrezzature particolari, può essere adattato ai luoghi e alle situazioni più diverse che ne creano un mix perfetto per far nascere la passione dentro il cuore degli sportivi, che ogni domenica ricoprono gli stadi con spettacolari coreografie e intonano cori per i loro beniamini. E forse è stata proprio questa la fiamma che si è accesa dentro Massimo Anselmi (nella foto in basso), attuale Vicepresidente dell’S.S. Arezzo, quando ha accettato di aiutare la squadra della propria città. “Da una situazione di emergenza è nato questo nuovo amore. La mia avventura nell’Arezzo è iniziata cogliendo l’invito delle istituzioni locali in un momento difficile dell’attività calcistica aretina e dalla mia disponibilità ad accettare il nuovo incarico ne è nata la partecipazione in società.
Un momento difficoltoso, quello iniziale, dovuto ad uno sbandamento della precedente gestione: “La svolta, come ogni tifoso ben ricorda, è stata a Carrara. Con il risultato ottenuto abbiamo permesso a società, giocatori e tifosi di creare delle linee guida per il futuro! Tutto questo è mutato in una forte emozione che in quel momento si è trasformata in energia e ha dato di nuovo l’opportunità di ricostruire e quindi ottenere certi risultati, che sin qui stanno decisamente premiando lo sforzo. In quel periodo è subentrata la passione verso questo sport: pensate che mi sono perso diverse gare di Formula 1 per seguire le questioni calcistiche e nella mia vita mai mi ero separato dai motori.
Siamo già alla seconda stagione (in arco temporale comprende anche quella dello scorso anno, quando la nuova direzione è subentrata a quella vecchia) con Anselmi e la nuova dirigenza alla guida del timone amaranto, le zone di alta classifica e le grandi prestazioni che la squadra riesce a elargire con continuità stanno facendo sempre più accrescere il tifo aretino: “All’inizio della mia avventura non avevo valutato il rapporto con il tifoso, che ho imparato esser davvero emozionante: da aretino è per me molto importante il coinvolgimento con il tifo e lo percepisco ogni volta che vado allo stadio. Questa grande appartenenza allo sport, a una passione che è sana e contagiosa (il vivere lo stadio, il coro, la curva!) e ti trascina quasi sul terreno di gioco quando i nostri ragazzi sono in partita. Sicuramente esser della città è per me uno stimolo maggiore nel far bene, e l’atmosfera che stiamo creando fa emergere una forza interiore in me unica nel suo genere!” Un ambiente carico grazie al bellissimo campionato che la squadra sta disputando.

A proposito della rosa ci racconta: “Il mio rapporto con la squadra è sicuramente ottimo. Uno dei momento che maggiormente mi colpisce ogni volta è lo spogliatoio: il dopo partita, in particolare quando i piani non sono andati come volevi, è veramente per me ancor più emozionante sedermi accanto a loro perché cerco di trasferire ai ragazzi la mia fiducia e la vicinanza, è bellissimo vederli in campo lottare fino all’ultimo secondo per cercare di raggiungere il risultato, e la cosa che più mi impressiona, in modo positivo ogni fine gara, è l’omaggio che rendono i nostri tifosi a loro e viceversa. Sono molto legato alla parte dei giocatori che hanno subito il trauma del fallimento: oggi si leggono sui loro volti espressioni rilassate e diverse; che portano inevitabilmente a prestazioni e risultati sul campo. Quell’esperienza, seppure negativa, ha tirato fuori una spinta di energia che i ragazzi sono riusciti a trasmettere a tutti coloro che sono entrati nello spogliatoio.
Seppur sia ancora presto per trarre dei bilanci da quest’annata sportiva,
Massimo delinea così i tratti della sua avventura: “I miei primi mesi dentro il mondo calcistico li valuto in modo positivo in quanto ad esperienza perché siamo riusciti a completare i vari step che ci siamo prefissati con il resto della dirigenza: dal salvare l’Arezzo Calcio, al ricostruire la società e la squadra, che oggi sta dimostrando sul campo quanto il lavoro e il sacrificio fatto e svolto siano stati premiati.
Questo sport può ancora creare emozioni?
«Il calcio di oggi secondo me può fare ancora la differenza per tutti i ragazzi e le nuove generazioni che credono in questa disciplina. Il lavoro da fare è tanto perché effettivamente la nostra categoria ha perso molto il concetto di sport. Forse dobbiamo ripartire con una cultura diversa, dai giovani nei settori giovanili per fidelizzare le famiglie e tutta un’attività per ricostruire interesse sin dai piccoli. Sono contento dell’entusiasmo che si è creato in città legato alla nuova gestione poiché ho investito tutta la mia passione in questo ambiente. Sono legato ad ogni singolo aspetto dell’Arezzo, dalla dirigenza, al Capitano (portavoce della squadra), allo staff e a tutti i ragazzi che compongono l’S.S. Arezzo. Cercherò di fare le cose sempre nel modo giusto per sentire, ogni volta, allo stadio, i tifosi urlare di passione FORZA AREZZO

di RICCARDO BUFFETTI

Credit all photos Foto Cirinei

RICCARDO BUFFETTI

“Ah l’amor che move il sole e l’altre stelle…” Il romanticismo è una delle chiavi della mia scrittura, passione nativa del mio essere. Più avanti si sono aggiunte, ahimè, quelle sportive che ne hanno preso il sopravvento soprattutto su ambito lavorativo. Bilancia ascendente Scorpione di quell’ottobre del ‘93. Scrivo per cercare l’emozione, parlo per raccontarle.

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