Naso all’insù, piove? Oppure sarà bello? Prendi il tuo smartphone, apri Google e digita: “arezzometeo”. La risposta alla tua domanda te la daranno loro, il team di Arezzo Meteo che da vent’anni risolve i dubbi e lancia previsioni meteo agli aretini del web.
Un approccio alla complessità della materia tutt’altro che votato al click, ai titoloni, alle visualizzazioni facili. Non amano di certo apparire e farsi notare per qualcosa di particolare, se non per la qualità del loro lavoro e la possibilità di usufruirne in forma del tutto gratuita. È qui che entra in gioco John Dobson, l’astrofilo che a metà del ‘900 sensibilizzava le piazze americane mostrando la magnificenza delle stelle, arricchendo la narrazione con argomentazioni scientifiche accurate e, appunto, gratuite. E loro, con tutto il carico di umiltà, si sentono un po’ come lui, divulgatori da piazza.
Il percorso di Arezzo Meteo è stato lungo e trova la sua sorgente nei primi anni 2000, quando un forum meteo online era abitato da figure autorevoli nel settore e al suo interno potevi trovare delle divulgazioni scientifiche di assoluta qualità. Un luogo di studio e di idee, perfetto per riunire le menti e far nascere qualcosa di grande. Da li Lorenzo Sestini, Alessandro Nardi e Simone Paolucci, hanno deciso di cominciare a fare previsioni locali quasi per gioco, creando link a satelliti. L’aiuto di Fabio Chiodini per la parte software delle stazioni meteo webcam e di Gianfranco Landini, che cura l’orto delle camminate insieme a Carlo Palazzini, è il valore aggiunto.
Una macchina organizzativa ben strutturata e trasversale; Alessandro si occupa delle previsioni, Lorenzo della divulgazione e Simone, che è un po’ la memoria storica del sito nonostante sia il più giovane, è un esperto di dati meteo.
Tutti insieme formano una squadra che si alimenta del fuoco Sacro della passione che, pur senza velleità economiche, rimane comunque uno sforzo da ripagare. E qui la moneta di scambio non è un banner pubblicitario o una sponsorizzazione, ma il bene più prezioso: la fiducia degli aretini. In questo senso la nevicata del 2012 ha certificato la qualità del servizio che loro hanno saputo offrire e lo ha posto sotto la luce dei riflettori. Aver fatto la giusta previsione è stato lo sliding doors che ha permesso ad Arezzo Meteo di crescere come autorevolezza e come visite sul web, così da poter risultare una risorsa utile anche per gli altri abitanti della Toscana e per i turisti, che sempre più spesso cercano notizie veritiere per poter pianificare nel modo migliore il loro soggiorno in città.
Il servizio è progressivamente cresciuto grazie alle grande rete di stazioni meteo ramificate in tutta la provincia, Via Fiorentina, Palazzo del Pero, Chiani, Antria, solo per citarne alcune, che hanno reso solo un po’ più agevole il loro lavoro, ma che continua comunque a scontrarsi con l’inevitabile fascino della natura e della sua imprevedibilità. Loro maneggiano la materia con esperienza, con le ore dedicate allo studio dei dati acquisiti nel tempo e con una conoscenza capillare del territorio. Questo significa che c’è spazio per accontentarsi? Tutt’altro, perché il meteo sta cambiando per via dei mutamenti climatici e, come se questo non fosse già sufficiente, per una natura morfologica dell’Italia complicata da decifrare. È quindi necessario aggiornarsi, affidandosi all’esperienza, per fare previsioni sempre più precise che, ad oggi, hanno sbagliato meno volte rispetto a quante hanno avuto successo.
La loro è una specie di missione scientifica che si fonda sul principio della qualità. Raccontano di come l’affidabilità delle previsioni sia al 90% solo per i primi tre giorni, sprofonda fino al 50% nei successivi due e così via, fino all’essere del tutto inattendibili. L’importante è tenere a mente che rimane una previsione, non una certezza assoluta. Quindi non chiedetegli previsioni a lungo termine, non ve le daranno. Non saranno in grado di prevedere se sarà un Natale sotto la neve, oppure un’estate soleggiata. Per il resto non resta che dare un’occhiata ad Arezzo Meteo.
di FABRIZIO SALVI
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