“Quando un cavallo si dondola sugli anteriori in modo ripetuto e oscilla la testa da destra a sinistra, o viceversa, si dice che ha il “ballo dell’orso”. Con questo termine si indica un comportamento ripetitivo e monotono che si può manifestare in cavalli annoiati o particolarmente agitati.”
È con questa spiegazione che due amici, ai tempi della scuola, hanno messo su la loro band, composta da quattro elementi: tra risate, scherzi e note musicali. Quello che racconta ciò che sono stati, quello che sono, e quello che saranno è Alessandro Nanni, frontman, cantante e uno dei fondatori de Il Ballo dell’Orso.
Di anni ne sono passati tanti, e con loro il modo di vedere, e i componenti del gruppo, capovolgendo equilibri e vite. Dei fondatori ne sono rimasti due, Alessandro e Cesare, il chitarrista, e con loro sono arrivati Mario ed Enrico, rispettivamente chitarra e basso, e Nicola, il batterista. Quello che ricopre il Cigo è un ruolo abbastanza importante. Alla batteria prima di lui c’era Pasquale.
Pasquale è una di quelle persone che manca: mancano la sua batteria, le sue risate, e il suo essere sempre accogliente e positivo con tutti.
“Non voglio essere né melenso, né scontato, ma positivo. È stata una sensazione particolare all’inizio, era un collante e un buon amico, per questo la sua scelta ha lasciato un gran vuoto. Amava la musica, e sarà sicuramente orgoglioso di vederci così all’opera. È proprio questo pensiero che ci ha aiutato in qualche modo ad elaborare meglio il lutto, anche se lo porteremo sempre con noi. Poco prima di lasciarci però, ha voluto in qualche modo unire me, Mario e Nicola. Era un momento che Cesare era fuori Arezzo, e gli altri due avevano smesso, ma noi due volevamo continuare a fare musica. Lui ha fatto tutto, preoccupandosi di trovare altre persone. Primo è stato Mario, persona di cui ho molta stima e di cui mi fido.
Poi il problema del bassista, chimera degli strumenti: ma lui non si è mai arreso, e così è arrivato Enrico. Il gruppo si era finalmente ricomposto. Poi è successo quello che è successo, e nessuna persona poteva prendere il suo posto se non Nicola: non esiste sostituto migliore. Per la loro amicizia, per il rapporto che avevano. Ed infine è tornato anche Cesare, un pezzo di casa.” Racconta Alessandro
Adesso nuove ambizioni, nuovi eventi e un nuovo album. In estate ci saranno undici brani, ex novo, da ascoltare. Il nuovo cd vedrà una maturità diversa delle band.
“Quando abbiamo fatto il primo album eravamo più giovani, direi adolescenziali, convinti di voler spaccare il mondo e mandare affanculo il sistema. Adesso è diverso: siamo cresciuti. Io ho avuto un figlio, il modo di vedere e di vivere è diverso. Ti senti responsabile di una creatura da crescere, da inserire in un sistema già di per se complicato. Con noi ci sarà inevitabilmente Pasquale, a partire dal pezzo “Sono ancora qui”, fino a tutte le nostre canzoni, lui c’è sempre. Anche ora è sempre lui il collante.”
Alessandro per scrivere i suoi pezzi prende ispirazione dal quotidiano, dalla sua vita: “Ho raccolto tutta la depressione e la tristezza di questo periodo ed ho scritto… C’è dolore e separazione nei nuovi brani, e se inizialmente gli artefici di questo sentimento mi hanno fatto sentire solo, durante la stesura dei testi, mi son reso conto che è proprio grazie a loro che sono una persona migliore e che sono cresciuto. È per questo che sarà l’album più bello che abbiamo mai fatto!”
A chi è dedicato il disco?
«Alle donne. Ma non in senso banale. Lo dedichiamo alla figura femminile. Mi sono esercitato nell’immedesimarmi nel pensiero e nel corpo femminile, e in qualche canzone si sente di più. Nutro nei confronti delle donne un rispetto profondo, che ho voluto sottolineare. Potrebbe sembrare un discorso paraculo, ma non è davvero così. Voglio solo che si capisca la profondità dell’universo femminile.»
I ragazzi parlano di concerti per lanciare il nuovo album, in teatro, per strada, ovunque, purché si riprenda a suonare, e poter riunire il gruppo ai loro ascoltatori, visti gli ultimi due anni di silenzio artistico.
L’Orso è uscito finalmente dal letargo…
di CHEYENNE MARIOTTI
Credits Cheyenne Mariotti
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