Abbiamo avuto la fortuna, proprio in questi giorni di attesa natalizia, di assaggiare alcuni dei prodotti nocciole.it. Come intuirete dal nome (e dal titolo del nostro articolo), protagonista assoluta di tutto il progetto, voluto e sostenuto dal Gruppo Aruba, è la nocciola casentinese toscana, unica nel suo genere per provenienza territoriale, garantisce ai prodotti del nuovissimo brand un gusto vero ed autentico. L’investimento del Gruppo Aruba si è rivolto ad aree specifiche del territorio casentinese che sono state riqualificate, proprio per la coltivazione delle nocciole.
Incuriositi da questa importante novità del nostro territorio, abbiamo raggiunto Alessandro Goretti, agronomo e responsabile dell’intero progetto, per scoprirne nel dettaglio i vari aspetti.
Alessandro perché coltivare proprio il nocciolo?
«Oggi nel mercato globale c’è una crescente richiesta di frutta secca perché tra i consumatori sono ormai riconosciute le loro proprietà nutrizionali positive. E anche per la nocciola c’è un grande interesse. Il primo produttore mondiale è la Turchia, seguita dall’Italia ed altri Paesi emergenti. Abbiamo deciso di avviare proprio in Casentino la coltivazione, perché la proprietà ha acquisito, tra il 2014 e il 2015, dei terreni. La scelta è ricaduta sul nocciolo, sia per la richiesta commerciale crescente, sia perché la nostra vallata è da sempre vocata a questo tipo di coltivazione. Tanto è vero che il nocciolo è una pianta autoctona nella nostra zona, la troviamo allo stato naturale e selvatico. Il nocciolo in Casentino c’è sempre stato, ma non è mai stato coltivato per scopi commerciali; si tratta di una coltivazione non semplice e sicuramente onerosa, che nel tempo ha scoraggiato i più a percorrere questa strada.
Inoltre, nella valle il clima risulta essere perfetto per questo tipo di coltivazione; il Casentino è caratterizzato da una buona escursione termica tra il giorno e la notte e questo conferisce alla nocciola una complessità di aromi maggiore rispetto ad altre zone. Ciò che qualifica le nostre nocciole è proprio il territorio, il fatto di trovarsi in Casentino, è questo che le rende uniche. Così come succede per alcuni vini, pregiati proprio per la loro zona di provenienza, così è per le nostre nocciole, nate e plasmate dal clima unico della valle del Casentino. Abbiamo dato vita ad un prodotto agroalimentare di grande qualità e il nostro scopo è portare il Casentino a diventare luogo di eccellenza per la produzione di questa coltivazione. Speriamo, quindi che la vallata segua questa nostra iniziativa che, se perseguita, potrebbe avere risvolti interessanti per tutto il territorio, anche dal punto di vista turistico.
Attualmente siamo gli unici nella regione a realizzare prodotti trasformati a base di nocciola toscana. Il consumatore può quindi godere di un prodotto cresciuto nell’appennino toscano; questo non solo è per noi fonte di orgoglio perché ci permette di racchiudere tutto il buono della nostra terra in una coltivazione, ma ha anche un risvolto positivo dal punto di vista commerciale. Come dicevo l’unicità di questo territorio crea un prodotto irriproducibile in nessuna altra parte del mondo; è una fortuna coltivare proprio qui ed è grazie a questa terra se possiamo offrire delle nocciole di elevata qualità.
Contano certamente anche la tecnica agronomica, così come tutte le strategie di marketing volte a promuovere il nostro brand, ma ciò che contraddistingue principalmente le nostre nocciole è proprio la loro provenienza, il legame con l’ambiente casentinese. Spesso per “coprire” eventuali difetti della materia prima, le nocciole vengono sottoposte ad un processo di tostatura importante; ecco questo noi non lo facciamo, perché le nostre nocciole sono già buone così, al naturale; procediamo ad una tostatura leggera che conferisce un colore avorio, molto bello e caratteristico del nostro prodotto.»
Parliamo invece della tecnica agronomica utilizzata.
«I noccioleti si sviluppano su 70 ettari; si contano circa 500 piante per ettaro, per un totale di 35 mila piante e tutte si trovano nel comune di Bibbiena. I nostri noccioli sono irrigui, ossia vengono riforniti con un efficiente sistema a goccia interrato; le tubazioni che trasportano l’acqua si trovano quindi sotto terra sia perché, in questo modo, la pianta ha sempre la dose necessaria di acqua, sia perché la risorsa idrica non venga sprecata per processi di evaporazione. Come dicevo è un sistema davvero efficiente ed a zero spreco. Stiamo portando avanti una gestione integrata del noccioleto, in cui combiniamo in modo razionale tutte le tecniche che il mercato e la tecnologia mettono a nostra disposizione. Una sensoristica rileva la quantità d’acqua nel suolo e questo ci permette di razionalizzare la risorsa idrica, mentre la stazione meteo ci aiuta a monitorare grado di umidità, temperatura ed altri parametri importanti per la vita delle piante.
Il noccioleto è gestito con mezzi meccanici e con la forza dell’uomo. Sappiamo bene che questo ha un costo importante, ma siamo pronti a sostenerlo perché abbiamo grande rispetto dell’ambiente e di tutta la comunità che vive nelle zone limitrofe alla coltivazione. Per questo non usiamo diserbanti per il controllo delle malerbe, perché non vogliamo immettere niente nel terreno e nell’aria che non sia naturale. Il nemico principale del nocciolo è la cimice che, pungendola può portare al deterioramento della nocciola stessa, ma anche la cimice però viene controllata in maniera naturale; la monitoriamo con delle trappole che permettono di verificarne la presenza e solo se il numero di insetti supera la soglia di guardia, allora interveniamo privilegiando prodotti biologici.»
Come avviene la trasformazione delle nocciole e quali prodotti vengono realizzati?
«Per i nostri prodotti utilizziamo solo ed esclusivamente nocciole prodotte in Casentino. Per farlo tracciamo tutti i passaggi del processo di trasformazione, dalla essiccazione, alla sgusciatura, alla tostatura, fino alla trasformazione nel prodotto finito. Ci teniamo molto a sottolineare che all’interno di ogni prodotto non c’è nessun mix, si tratta unicamente di nocciole casentinesi, tracciate.
Abbiamo realizzato 13 prodotti: 3 creme spalmabili, 2 dragee (nocciola ricoperta con cioccolato a latte oppure fondente), poi nocciole pralinate (quelle che in gergo si chiamano “addormenta suocere”), nocciole tostate naturali e nocciole tostate salate e 3 tavolette di cioccolato (con nocciola intera al 20%) al latte, fondente e bianco. Infine la barretta snack, nocciola, miele e avena.
Su questo ultimo prodotto puntiamo molto perché ha una stagionalità diversa rispetto agli altri; inoltre si tratta di uno snack davvero naturale (contiene solo 3 ingredienti), perfetto per una pausa in ufficio o per la merenda a scuola. Tutti i nostri prodotti sono artigianali e subiscono un controllo qualità maniacale. Anche il nostro packaging strizza l’occhio all’ambiente; preferiamo incarti e imballi di materiali naturali e riciclabili (come carta e vetro). Le Gift box sono fatte tutte in carta 100% riciclata e sia queste che altri prodotti vengono realizzati sul territorio lavorando con fornitori della zona del Casentino. Anche da questo punto di vista cerchiamo di creare sinergie, facendo leva sulle competenze locali e valorizzando le professionalità del nostro territorio.»
Parliamo del brand nocciole.it…
«Il brand nocciole.it è stato lanciato il 22 novembre scorso. È un brand diverso, nuovo che non ti aspetti dal settore agroalimentare, ma noi vogliamo scommetterci, puntando tutto sul nostro territorio per valorizzare il prodotto. Il sito (nocciole.it) è la nostra vetrina, li ci sono tutti i nostri prodotti, acquistabili online.
In Casentino abbiamo già alcuni rivenditori, ma la rete vendite partirà in maniera più importante nel 2023. La vendita online è imprescindibile e necessaria, ma allo stesso tempo crediamo che le attività del territorio riescano a trasmettere meglio il valore del nostro prodotto; le nostre nocciole vanno vendute con il cuore, da persone reali, da uomo a uomo, proprio per trasmettere tutti le qualità del prodotto, dal rispetto verso la materia prima, a quello per l’ambiente e la comunità. La rete commerciale si svilupperà tutto il territorio nazionale. Per noi i migliori influencer sono gli esercizi commerciali che privilegiano i prodotti della filiera corta!»
Quanto è costata tutta l’operazione?
«Dal 2015 ad oggi sono stati investiti oltre 6 milioni di euro. Di questi solo il 5% è stato sovvenzionato con finanziamenti europei e regionali. Altro numero interessante riguarda le ore lavorate annualmente per la gestione del corileto, che ammonta a oltre 10 mila.»
di MELISSA FRULLONI
Vegetariana militante. Animalista convinta.
Femminista in prova. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete.
Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage.
Una laurea in giornalismo, un cane, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…