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WEARE #23: Un formicolio dentro la testa
Ecco come è nata la copertina #23 di WEARE!

Stento a credere che qualcuno di voi non lo abbia riconosciuto. Il ragazzo che da le spalle al parcheggio Cadorna, sotto al quale ci siamo passati milioni di volte e proprio per questo, ormai non ci facciamo neanche più caso. Il graffito Escape the Mind – Una Finestra sulla Mente, questo il titolo dell’opera, fa parte di tutta una serie di disegni di street art, volti a riqualificare la nostra città e nati nell’ambito della manifestazione Icastica, che quelli attenti avranno sicuramente notato in angoli più o meno nascosti di Arezzo.

Tra i tanti che ci circondano, facendo da sfondo alla quotidianità compulsiva che in loop viviamo ogni giorno, abbiamo voluto dare risalto a quello dell’artista francese Seth, alias Julien Malland, documentarista d’arte di fama internazionale che pone al centro dei suoi murales una forte ricerca del contesto culturale in cui si trova. In quest’opera l’artista espone due concetti estremamente attuali: la necessità delle giovani generazioni di sfuggire dai propri pensieri e la voglia di evadere dagli schemi e dai preconcetti imposti dalla società odierna. La scelta quindi non è stata fatta a caso (e sì, mettere in copertina uno dei murales aretini significa che ci schieriamo apertamente dalla parte di chi li ha da sempre difesi da abbattimenti o ipotetiche cancellazioni) perché ci sembrava che tutto il concetto espresso dal graffito rappresentasse perfettamente una “certa Arezzo” che ogni numero di WEARE vi andiamo raccontando e che con il nostro progetto The Aretiner vogliamo ancora di più far emergere dal sottobosco in cui brulica, si riproduce, mangia, beve, gode di vita propria, facendo, tra l’altro, roba super interessante che è peccato mortale non portare davanti agli occhi dei nostri lettori.

E così abbiamo pensato che quell’opera potesse essere il simbolo dei tantissimi artisti e artiste aretine che abbiamo conosciuto in questi anni e che stiamo continuando a conoscere. Personaggi emergenti o affermati, che fanno arte nel senso più lato del termine, per dare alla città quel guizzo che troppo spesso manca nel grigio dell’inverno; fulmini di creatività che scaldano l’anima e che ci fanno ben sperare.
In redazione cantiamo le lodi di tutto ciò sulle pagine del nostro magazine per farvi vedere che Arezzo non è morta, è viva!

Vive di pittori, visual artist, fotografe, fumettisti, disegnatori tradizionali e digitali, per poi proseguire e allargarci a qualsiasi altro genere artistico vi venga in mente (uno su tutti la musica).
Le cover di The Aretiner, la nostra rivista immaginaria di cui pubblichiamo solo la copertina, rappresentano tutto questo, svelando di volta in volta una parte di quel mondo sommerso e affamato d’arte e di cultura che popola la parte underground della città.
È un formicolio dentro la testa, una finestra pronta a spalancare la mente sul mondo e a mostrargli la bellezza che c’è dentro, la bellezza della nostra città. Lo sentite anche voi?

editoriale di MELISSA FRULLONI
Credits JwResolution

(Nel nostro magazine utilizziamo il singolare maschile e non la schwa per dare una maggiore scorrevolezza al testo, crediamo comunque in un linguaggio inclusivo che utilizzi questo simbolo)

Melissa Frulloni
MELISSA FRULLONI

Vegetariana militante. Animalista convinta.
Femminista in prova. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete.
Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage.
Una laurea in giornalismo, un cane, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…

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