Natascia Maesi, Giornalista e Press Agent, nasce a Caserta e consegue la Laurea in Filosofia all’Università Federico II di Napoli. Proveniente dal Comitato Territoriale di Siena, nel Novembre 2022 diventa la prima donna eletta Presidente di Arcigay Nazionale. In occasione del Pride Month, l’abbiamo raggiunta via web, per una chiacchierata sullo stato attuale dei diritti civili nel nostro Paese, e per le battaglie che quotidianamente vale la pena combattere insieme, per far sì che questi diritti siano, giorno dopo giorno, ancora più numerosi e pieni.
Natascia, quali sono stati i tuoi inizi e successivamente il percorso che ti ha portato al vertice di Arcigay?
«Il mio percorso è molto personale: quando sono arrivata a Siena pensavo che non ci fosse nessun altro modo di vivere la mia omosessualità a casa mia, e quindi ho cercato un punto di riferimento territoriale; in quel periodo stava nascendo il Movimento Pansessuale Arcigay Siena, cui sono tutt’oggi molto legata. Il gruppo è attivo da più di dieci anni, adesso anche con il Centro Antidisciminazioni “Spazio Sicuro”, con progetti con le amministrazioni della Rete RE.A.DY, servizi per la comunità, attività culturali. Ho poi iniziato il percorso all’interno di Arcigay Nazionale: prima nella Rete Formazione, poi divenendo Responsabile Politiche di Genere e Formazione nella Segreteria, e infine con la mia elezione, un riconoscimento politico alla Rete Donne Transfemminista, ma anche la risposta più efficace alla necessità di cambiamento già in atto da alcuni anni in Arcigay, grazie alle molte donne che hanno iniziato a ricoprire ruoli strategici e portato temi nuovi. Arcigay è stato molto ricettivo rispetto alle nuove istanze; penso che oggi sia ancora più queer, transfemminista e intersezionale.»
Quali sono oggi le priorità dell’ampia Agenda Programmatica di Arcigay?
«Per noi diritti civili e sociali stanno sullo stesso piano, e le battaglie LGBTQIA+ sono legate anche all’attualità politica. La prima emergenza ha a che fare con la tutela dei percorsi di autodeterminazione delle persone trans e non binarie. Vogliamo una nuova Legge n.164 per i percorsi di affermazione di genere, perché quella del 1972 è obsoleta, superata e non più rispondente ai bisogni della comunità, soprattutto per l’obbligatorietà dei percorsi psicologici, al momento prerequisito necessario per accedere alla TOS (terapia ormonale sostitutiva – NdA).
A questa priorità si ricollega quella del riconoscimento delle identità alias: in quasi tutte le Università e in oltre 200 Scuole sono già una realtà, ma vogliamo che lo siano anche in altri ambiti, con un registro di genere che permetta alle persone di accedere a tutta una serie di servizi, sia nel pubblico che nel privato. C’è poi il grande tema delle famiglie arcobaleno: a colpi di circolari e sentenze, questo Governo sta togliendo diritti ai genitori cosiddetti “non biologici”; chiediamo quindi o il riconoscimento del matrimonio egualitario, o una definitiva riforma delle adozioni. Il 17 Maggio Gay Europe ha pubblicato la Rainbow Map e il rapporto annuale sul livello di tutela e benessere delle persone LGBTQIA+; tra le indicazioni e i suggerimenti che esso ci dà, c’è anche quello di adottare una Legge che vieti i cosiddetti percorsi di conversione, e che abolisca la norma che prevede interventi sui corpi intersex solo in presenza di patologie o disfunzioni, con un’attenzione particolare ai minori. E poi una “banalissima” Legge contro le discriminazioni basate su orientamento e identità, misoginia e abilismo.»
Giugno è il Pride Month. L’appuntamento più importante sarà quello del Toscana Pride dell’8 Luglio a Firenze, quest’anno intitolato “InTRANSigenti”, e dedicato alla battaglia sui diritti per e dei corpi. Credi che sarà più “agguerrito” rispetto a quelli degli anni passati?
«Sarà un’estate calda; saranno Pride di resistenza, lotta e rabbia creativa, non giocati però soltanto sulla difensiva: non vogliamo solo rispondere al Governo, ma anche proporre un’idea di Mondo aperto, plurale, equo. Crediamo di poter portare una proposta, e non solo la nostra rabbia, il nostro orgoglio, la nostra favolosità. Perché non c’è solo l’antagonismo, ma anche il tentativo di costruire un immaginario nuovo, sperando che la società civile questa volta possa decidere davvero da che parte stare: da quella dei diritti, non dei privilegi. Stiamo anche organizzando un flash mob di cui si sentirà parlare; utilizzeremo i Pride come cassa di risonanza per veicolare un messaggio, non solo al Governo ma, ancor di più, all’Italia. Siamo convintə che al prossimo turno questa società potrà scegliere un altro Governo, farsi sentire rispetto alle azioni di quello attuale, posizionarsi. Questo è quello che chiediamo alle persone: non restate indifferenti.»
di GEMMA BUI
Credits: Grafica Toscana Pride 2023 – Luchadora / Foto Natascia Maesi – Alice Redaelli
IG: @natasciamaesi
FB: Natascia Maesi
Studentessa, musicista, cultrice dell’Arte variamente declinata. Con la scrittura, cerco di colmare la mia timidezza dialogica. Nelle parole incarno la sintesi – e non la semplificazione – della realtà. Credo nella conoscenza come mezzo per l’affermazione di sè e come chiave di lettura dell’esistere umano.