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Contact Improvisation
Intervista al performer aretino di contact improvisation Leonardo Lambruschini.

Tra le varie tipologie di danza, ve ne sono sicuramente alcune meno conosciute e particolari, tra cui la contact improvisation, o danza-contatto. Abbiamo a tal proposito intervistato un performer ed esperto di Arezzo, Leonardo Lambruschini.

Qual è stato il tuo percorso per diventare un performer?
«Nel 2001, dopo aver studiato agraria, ho iniziato a viaggiare per progetti di cooperazione internazionale. Attraverso un’agenzia di formazione ho cominciato a lavorare con gruppi di persone come coach e orientatore, mentre per quanto riguarda invece l’ambito culturale, dal 2003 seguivo la produzione di spettacoli teatrali, e anche l’organizzazione di varie tipologie di festival. Successivamente mi sono affacciato al mondo del teatro fisico di improvvisazione e ho preso parte a produzioni come performer, interessandomi nello stesso periodo anche alla danza contemporanea e alla capoeira. Infine ho conosciuto la contact improvisation grazie a un’insegnante tedesca, che si trovava ad Arezzo e offriva classi gratuite. Inutile dire che per me è stato subito amore.
Al tempo, in Italia, non si riuscivano a trovare molte occasioni di ricerca per questa tipologia di danza, quindi mi sono spostato all’estero e la prima esperienza, nonostante non sapessi l’inglese, è stata proprio in Inghilterra a un festival/workshop.
Dopo un paio di anni di pratica e di studio in giro per l’Europa, ho cominciato ad insegnare ad Arezzo e poi in giro per il mondo, dove mi invitano.»

Cosa ti ha catturato in particolare di questo mondo?
«Sono sempre stato affascinato dai processi di creazione, di ricerca attraverso il linguaggio del corpo e dall’esperienza del viaggio, che impatta sui movimenti del corpo e del pensiero.»

Come definiresti in breve la contact improvisation?
«L’improvvisazione è quasi uno stile di vita. La capacità di essere aperti a quello che accade e non aver paura di tuffarsi nel vuoto, adattandosi al cambiamento. Questo pensiero va trasferito e applicato al movimento del corpo e alla danza. Contatto, ascolto e fiducia tra i focus principali. Parliamo anche di contatto globale, ovvero: cinetico, auditivo, percettivo, energetico del danzatore con i suoi partner e con l’ambiente circostante, come la forza di gravità, lo spazio, la terra.»

Come si è radicata la tua esperienza nel territorio?
«Sicuramente attraverso Spazio Seme con Gianni Bruschi e Francesco Botti, assieme ai quali ho voluto creare un luogo per la ricerca e la produzione artistica, dove si può fare anche formazione su queste pratiche che prima, in Italia, erano perlopiù sconosciute.
Spazio Seme è diventato un punto di riferimento internazionale per la contact improvisation, soprattutto per i suoi laboratori residenziali presenziati da insegnanti provenienti da tutto il mondo, che periodicamente invito e incontro nei vari progetti di ricerca e formazione.
Nel 2012 sono stato contattato per organizzare ad Arezzo il Festival italiano di contact improvisation. Ad oggi il Festival è arrivato alla sua decima edizione; ha trovato la sua location in un eco-villaggio ed è riconosciuto a livello mondiale.»

di LORENZO STIATTI

Contatti
Ig: leonardolambruschini
Fb: Leonardo Labruschini

Credits: Erica Andreini

Lorenzo Stiatti
LORENZO STIATTI

Chitarrista e cantautore, principalmente legato da un amore indissolubile alla musica punk e a tutte le sue derivazioni. Lettore accanito sin dall’infanzia e scrittore al giorno d’oggi.

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