In via Madonna del Prato 29, c’è una ragazza pronta a trasformare i vostri desideri in opere d’arte su pelle. Si chiama Claudia Rossi (@clawww_tattoo) e da qualche anno ha fatto della sua passione per i tatuaggi il suo lavoro; è specializzata in traditional e tatua presso il Frank Tattoo Shop. Ed è lì che sono andata ad incontrarla, nel suo mondo fatto di colori e di disegni. Accanto alla porta d’ingresso, affacciata sulla strada vivace e brulicante di persone, c’è un leggio con tutti i suoi lavori: sfogliandolo ci si fa un’idea di chi sia la persona che li ha prodotti: scherzosa, con un approccio fresco e giovanile. Ci sono conigli che balzano fuori dalla tana, simpatici maghi e ironiche pin up. Tradizionali ma non troppo dunque, la personalità di Claudia viene fuori in ogni flash. Sono molto curiosa di sapere tutto del suo lavoro.
Come hai iniziato a tatuare e come è nata questa tua passione?
«Tutto è iniziato con il primo tatuaggio che ho fatto. Stavo già iniziando ad informarmi su quel mondo ed a fare ricerche di tatuaggi che mi sarebbero piaciuti. Dopo la prima esperienza è stato veramente un amore a prima vista e mi ci sono buttata a capo fitto. Ho studiato tanto e ho fatto ricerca, soprattutto di immagini e di artisti che mi incuriosivano e mi ispiravano. Sono sempre rimasta nell’Old School tradizionale, che è quello che mi piace di più in assoluto. Cerco sempre di mettere qualcosa di mio nei disegni, rendendoli magari più simpatici, cercando di renderli anche più femminili e femministi! (ride n.d.r.) L’intento è anche quello di sdoganare il tatuaggio un po’ più “pesante” sul corpo femminile e di dargli un’accezione simpatica e scherzosa. Ho cercato di impegnarmi a ricreare lo stile Old School tradizionale e raggiungere un buon livello, anche se in questo lavoro non si finisce mai di imparare, ma si cresce un po’ ogni giorno.»
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
«Sicuramente la parte artistica, nella quale ci si può sbizzarrire e mettere qualcosa di sé e della propria personalità anche nel classico. Accanto alla ricerca e allo studio di quello che è sempre stato il tatuaggio, cercare di metterci qualcosa di personale. Le idee per i flash nascono nei momenti più disparati, anche solo camminando per strada e vedendo una persona o qualcosa che stimola la tua fantasia e che ti fa venire voglia di ricrearla, donandola in qualche modo alle altre persone. È un lavoro che non smette mai di essere un lavoro: la mente è sempre sintonizzata su quello, anche nella vita quotidiana, può venire l’idea che ti colpisce e che senti il bisogno di mettere su carta. Inoltre, il rapporto con le persone, conoscerle e stare a contatto con loro. Questo mi è sempre piaciuto.»
Come artista da cosa ti lasci ispirare di più?
«Come ho detto, la strada è una grande fonte di ispirazione per me, mi lascio sorprendere dall’ambiente e dalle persone che incontro. Il contatto con altri professionisti poi è sempre motivo di crescita e di confronto; andare in altri studi e vedere come si lavora lì ad esempio. Mi è capitato proprio qualche tempo fa quando sono andata a tatuarmi in uno studio di Roma: spostarsi per farsi tatuare o per andare alle convention e vedere gli altri artisti all’opera rappresenta uno stimolo continuo. Inoltre, lo studio che c’è stato, e che continua ad esserci tutt’ora, degli artisti che mi piacciono di più, basandomi sui libri e non solo: sentire le storie dei vecchi tatuatori, dei maestri, quelli che hanno creato le basi del tatuaggio è qualcosa che influisce molto sul lavoro che si andrà poi a fare. Tutto parte da quelle basi, dal tatuaggio tradizionale, che costituisce il punto di partenza. Solo conoscendo bene quel passato e tenendolo sempre lì, di fianco a te mentre crei, si può cercare di modernizzare e plasmare su di sé il proprio stile.»
Che rapporto si instaura tra il cliente e il suo tatuatore?
«Questo è molto personale e cambia da tatuatore a tatuatore: c’è quello più riservato, che tende a mantenere una certa distanza, e ci sono quelli più estroversi. Io, personalmente, mi reputo una persona abbastanza aperta ed espansiva, cerco sempre di mettere il cliente a proprio agio e di instaurare un legame, rimanendo sempre nei limiti, senza sembrare mai troppo invadente. Mentre tatuo faccio domande per cercare di conoscere meglio la persona che ho di fronte, anche perché ho sempre avuto l’idea che, tatuandosi da me, si porterà sempre sulla pelle un pezzettino di ciò che sono. Per questo mi piace che il cliente viva una buona esperienza e che abbia un buon ricordo di me. Mi piace il fatto di poter conoscere la persona, anche solo in minima parte, per poter magari portare avanti una conoscenza a livello lavorativo e non solo: ad esempio, ci sono delle ragazze con le quali ci siamo trovate così bene che a volte ci vediamo anche fuori dallo studio per uscire e stare insieme. Conosco continuamente nuove persone, e questo è parte integrante del mio lavoro.»
Hai in programma delle guest fuori dalla città di Arezzo?
«Assolutamente sì! Ora come ora mi si è aperta una porta a Città di Castello dove, tramite la conoscenza di un mio vecchio compagno di corso che ho poi tatuato, ho conosciuto il proprietario dello studio Astrozombie che è rimasto colpito da me e dalla mia visione del tatuaggio. Essendo una persona che ci tiene molto ad incentivare i giovani artisti, mi ha chiesto di entrare nello staff, in quanto stanno aprendo uno studio nuovo. Dato che ci vorrà un po’, mi ha chiesto se avrei già potuto iniziare, decidendo una giornata – di solito il martedì – e tatuando da loro. C’è molta richiesta di tradizionale e abbiamo deciso di iniziare questa collaborazione. Ho avuto molti riscontri positivi anche dalle persone di passaggio che hanno visto il mio book esposto fuori, sia aretini che turisti. Questo mi dà molta soddisfazione. Nel mio piccolo, essendo ancora agli inizi, quando sento che le persone apprezzano ciò che faccio mi riempie di orgoglio e mi dà la spinta continua per andare avanti e migliorarmi. Una turista, che si è fermata a guardare i miei lavori, è rimasta molto colpita da un flash tanto da contattarmi per sapere se sarei andata verso Grosseto a tatuare. Perché no, mi sono detta, magari mi informerò!»
Dove ti vedi tra dieci anni?
«Questa è una bella domanda! Spero di portare avanti questo lavoro e, soprattutto, di raggiungere quei piccoli obiettivi che già adesso mi sono prefissata: uno studio tutto mio è un’idea che mi ha sempre stuzzicata, anche se adoro la mia libertà, l’essere svincolata da un unico posto e di poter decidere come impostare il mio lavoro. Espandermi fuori da Arezzo e farmi conoscere a livello italiano, che già in parte sto iniziando a fare, nonostante la mia carriera sia ancora agli inizi. Spero che la conoscenza di @calwww_tattoo si espanda, magari anche all’estero! Il mio sogno è sempre stato questo ma, purtroppo, il Covid per ora me lo ha impedito. Non mi sono però assolutamente accontentata di Arezzo, anzi sono rimasta piacevolmente sorpresa da questi anni di lavoro, dalle persone che hanno deciso di fidarsi di me, dai miei colleghi che adoro e da tutto l’affetto che ho ricevuto. Crescere nel mio lavoro a tutto tondo sarà l’obiettivo principale di questi prossimi dieci anni.»
di MARTINA SALVINI
IG: @calwww_tattoo