Se un romano passa 107 ore l’anno imbottigliato nel traffico, anche l’aretino non è da meno.
Se decidi di abitare ad Arezzo è compresa nel prezzo l’esperienza surreale del traffico e ogni 5 anni hai una buca in omaggio! D’altra parte, la città più bella della Toscana ti rende evidente, da subito, una grande verità: non si può avere tutto dalla vita, la perfezione non esiste!
Il traffico di Aretium è una specie di surplus, compri una e prendi due! Gente che da una parte all’altra della città riesce a recitare “Il Canzoniere”; macchine in coda, munite di ogni genere di prima necessità, che si sa sempre quando si parte, ma non si sa mai quando si arriva. Siamo nel 2024 e mentre noi aretini perdiamo i capelli incolonnati dalla mattina alla sera, quello della provincia se ne sta lì tranquillo nella sua Giulietta con il clima e radio M2O, tanto lui la fretta non sa nemmeno cosa sia.
Facile dire che bisogna prendere i mezzi pubblici. Dovete sapere che in alcune città come la irriverente Arezzo, i mezzi pubblici non li usa più nessuno…
Quanti di voi hanno smesso di impostare la sveglia mattutina, contando il suono del clacson che, proprio in fila sotto la finestra della stanza, darà il buongiorno? Ogni giorno siamo costretti a guidare infelici per le strade, e ogni giorno abbiamo il piacere di condividere l’asfalto con le più disparate tipologie di automobilisti, la gente quando sale in macchina impazzisce, si comporta in maniera folle e, tornare a casa con il sistema nervoso intatto, è quasi impossibile, ma quando ci riusciamo ci sentiamo dei veri botoli ringhiosi indenni
da una truce battaglia. Il traffico di Arezzo regala anche i suoi benefici: tempra l’aretino, mette alla prova la sua pazienza e perché no, funge pure da terapia liberatoria contro il nervosismo.
Sì, il traffico ci stressa e siamo tutti leggermente nevrotici, ma come potremmo abbandonare l’auto e scoprire l’arte della camminata? Arezzo è una città a misura d’uomo, ma il traffico e la viabilità aretina sono un mondo a sé, con i loro paradigmi, le loro regole e le loro abitudini, dove succede di tutto, come gli autoscontri tragicomici tra autobus e corrieri. Per non parlare dei parcheggi, che trovare un posto può essere un’esperienza mistica – alcuni giurano di aver visto parcheggi liberi solo in sogno!
Non si può dire che il capoluogo non insegni continuamente qualcosa. Il traffico, per esempio, è un po’ la reale dimostrazione che l’attesa è essa stessa il piacere; una prova di resistenza zen: l’insegnamento del lasciare andare le cose più grandi di noi per come devono andare, che tanto più ci provi, più ti incastri! Ogni ingorgo diventa una prospettiva unica! Sai se sei felice, il traffico ti insegna a rimodulare la tua felicità ma, se sei triste, Arezzo ti regala il tempo necessario a tirarti su: “la vita ti metterà continuamente di fronte a degli ostacoli, ma se superi la giungla fumante delle marmitte, alle otto di mattina, puoi tutto!”
Il traffico ad Arezzo può sembrare un ostacolo insormontabile, ma con un pizzico di creatività noi aretini riusciamo sempre a trovare qualche soluzione: perché passiamo un terzo della nostra esistenza a trovare il modo per arrivare in orario da qualche parte! Ogni ingorgo nasconde una storia, ogni coda un’opportunità, e ogni semaforo rosso un momento per respirare e godersi il tramonto in via Calamandrei… benvenuti ad Arezzo!
di VERONICA VALDAMBRINI
Stylist, Graphic Designer e Fashion Writer. Fin da quando ne ho ricordo, sono sempre stata attratta da situazioni, stili e differenti tipi di bellezza. Continuamente alla ricerca del nuovo ed alla riscoperta del vecchio, si affiancano a musica Jazz, Portrait Fotografici e cultura giapponese, piaceri e fonti di ispirazione per il mio lavoro e stile di vita.