Siamo finalmente arrivati alla diciottesima edizione del Men/Go Music Fest! Abbiamo incontrato il suo ideatore e patron, Paco Mengozzi, per avere qualche anticipazione e analizzare più nel dettaglio gli aspetti di questa prima edizione di Festival successiva alla pandemia.
«Nel 2018 il Festival è passato da Zona Tortaia al Prato; l’ultima edizione al Parco Alfieri aveva infatti rivelato uno spazio ormai non più sufficiente a coprire la massa di spettatori. Le strade per noi erano due: tornare “indietro” dal punto di vista musicale e organizzativo rimanendo dove eravamo, o trovare un altro spazio, compatibile con la crescita del Festival. Dopo le dovute valutazioni, il Prato, che storicamente ha ospitato grandi concerti come l’Arezzo Wave degli esordi o il PlayArt, ci è parsa un’area perfetta sotto tanti punti di vista, per spazi e ubicazione, essendo sovrastante rispetto alla città, così come dal punto di vista sonoro. Siano quindi andati in quella direzione: il 2018 è stato l’anno di salto in avanti, con un’edizione incredibile di 5 giorni; anche il 2019 è stato un anno di conferma di quel trend, in cui siamo cresciuti anche a livello organizzativo. Il 2020 avrebbe potuto essere un anno incredibile, eravamo riusciti a trovare sponsor importanti e una lineup che comprendeva Subsonica e Achille Lauro, già chiusi a livello contrattuale. Con lo scoppio della pandemia, la fortuna è stata la capacità che lo staff e i sostenitori del Festival hanno avuto di trovare una chiave di lettura per rimanere attivi e portare avanti la filosofia Men/Go.
Abbiamo quindi avuto due anni all’Anfiteatro, con modalità chiaramente diverse, capienze limitate e posti a sedere, con Negrita, Subsonica, Daniele Silvestri, Calibro 35, Motta e tanti altri, e serate dedicate anche a talenti locali emergenti. Passata la fase pandemica, ora siamo di nuovo al Prato, con l’intento di tornare al biennio 2018-2019, mettere in piedi un evento con la medesima formula e ripartire da lì, per poi andare possibilmente a crescere.
Siccome il mondo è cambiato in questi due anni, ci è sembrato importante dare un upgrade anche alla proposta, come dimostra la serata di chiusura, con Fabri Fibra. La logica del biglietto economico all’interno di un Festival gratuito secondo noi è stata la migliore. Fibra torna con un disco e un Tour importanti, la prima data al Men/Go ci è sembrata la sintesi perfetta di questo sviluppo. Questa logica permette anche di trovare una sostenibilità dell’evento, avendo la possibilità di stare sul mercato e portare ad Arezzo grandi artisti. L’evento gratuito ha i suoi pregi, ma limita la proposta artistica solo fino a un certo livello. Il Festival riconferma poi anche la propria filosofia cittadina, comprendendo l’area mercatini, l’area bimbi e quella di food and beverage, con un cartellone interessante, a tratti anche sperimentale, con artisti come Nu Genea, Venerus, Psicologi, BNKR 44, La Rappresentante di Lista e ovviamente la serata rap in chiusura, già sold out, che ha evidentemente avuto una risposta importante. Avere un artista come Fabri Fibra è importante per noi, per la città, per gli appassionati. Dobbiamo sicuramente ringraziare chi ci ha dato una mano, permettendoci di non fermarci, e riattivandosi senza troppe difficoltà. Le istituzioni, le Fondazioni Guido d’Arezzo e InTour, gli sponsor principali come Estra, hanno confermato fin da subito il pieno sostegno alla nostra proposta, così come il grandissimo gruppo di persone che lavorano al Men/Go, dai volontari storici, alle associazioni come Arezzo che Spacca e WEARE; è anche grazie a loro se il Festival esiste così come lo conosciamo. È bellissimo avere un parterre così ampio di realtà che si attivano e mettono in moto la grande macchina del Men/Go.»
Ringraziando Paco per la chiacchierata, ora non ci resta che aspettare il 5 – 6 – 7 – 8 – 9 Luglio per assistere a questa diciottesima edizione del Men/Go Music Fest al Prato di Arezzo!
di GEMMA BUI
Credits: Antonio Viscido, Gianluca Bennati, Sara Coleschi
IG: @mengofest
FB: Arezzo • Men/Go Music Fest
mengomusicfest.com
Studentessa, musicista, cultrice dell’Arte variamente declinata. Con la scrittura, cerco di colmare la mia timidezza dialogica. Nelle parole incarno la sintesi – e non la semplificazione – della realtà. Credo nella conoscenza come mezzo per l’affermazione di sè e come chiave di lettura dell’esistere umano.