C’è profumo di novità musicali in terra aretina… Poteva WEARE non porgere naso e orecchio? Eccoci dunque nello studio di registrazione degli Ombrelobo, fervente micro-cosmo di ricerca sonora alle porte di Arezzo. Nati a cavallo tra il 2013 e il 2014 con la classica formazione voce/chitarra (Filippo Milaneschi), basso (Lorenzo Cardeti), batteria (Lorenzo Nocentini), chitarra (Angelo Lozietti), gli Ombrelobo si sono affacciati sulla scena con due EP nel solco del pop-rock (Ombrelobo e Aboca). In seguito alla fuoriuscita dal gruppo di Angelo (trasferitosi a Milano) i restanti membri hanno messo in stand-by il progetto, dedicandosi a vari altri progetti artistici; e oggi? Ritrovatasi in studio con l’attuale formazione a tre, la band ha invertito la propria rotta artistica, virando verso una proposta puramente strumentale, fuori dai canoni dello schema-canzone e con continue contaminazioni tra strumenti ed elettronica.
Brani che guidano l’ascoltatore nota per nota, toccandone le corde emotive in un viaggio tra le atmosfere create dal gruppo. “Abbiamo stravolto il nostro metodo compositivo, cercando di avere come obiettivo finale semplicemente il gusto di suonare quello che ci piace, senza schemi e senza freni.” Filippo esordisce così, aprendoci le porte del nuovo mondo degli Ombrelobo. “Nei nostri primi lavori i pezzi nascevano in sala prove; ora partiamo dalla produzione in studio, per poi passare in sala a curare gli arrangiamenti. Abbiamo comunque voluto mantenere una ritmica acustica, elemento caratterizzante e che ci consente molte possibilità di spaziare in termini di sonorità e intenzione finale.” Lorenzo, alchimista del suono che ha accompagnato finora la chiacchierata in perenne contatto con le corde di una chitarra, aggiunge che “il cambiamento è concettuale: si passa da un impatto immediato ad un approfondimento uditivo, un percorso stimolante in cui si ricerca e sperimenta per comporre e mettere in musica l’idea che si ha in testa. Si tratta di un processo di sonorizzazione, un susseguirsi di immagini sonore che non risulti ripetitivo, bensì immersivo.”
È musica ipnotica, fatta anche di vuoti; non da sentire, ma da ascoltare, abbandonandosi ad essa. Non si pensi però ad inaccessibili masturbazioni mentali: il piacevole paradosso consiste nella semplicità con cui si riesce a seguire gli Ombrelobo nei canali della loro sensibilità, grazie a suoni familiari cuciti insieme ad arte con le giuste sporcature ad accendere i colori. Le conferme arrivano dagli ottimi riscontri ottenuti nelle prime due occasioni in cui la band ha potuto portare sul palco le nuove composizioni, live. Filippo: “Abbiamo suonato il nuovo materiale al MEN/GO Music Fest e al MEAREVOLUTIO(NAE) di Anghiari. Specialmente in quest’ultima occasione, in un contesto intimo, siamo stati molto contenti della risposta del pubblico, che abbiamo visto gradualmente catturato dalle nuove sonorità. Il MEN/GO è stata un’esperienza completamente diversa, freneticamente divertente, con in più la soddisfazione di misurarsi con un palco importante.”
Lorenzo: “Il MEN/GO è stato improvviso, intenso. Abbiamo avuto un tempo limitato in cui preparare il live, dovendo trovare con immediatezza la giusta predisposizione delle sequenze, dell’effettistica e dei delicati dosaggi tra spazi dei musicisti e spazi dell’elettronica. Può essere un lavoro che richiede anche ore, vista la grande varietà di sfumature possibili.” Sfumature che continueremo ad esplorare con gli Ombrelobo anche oltre i demo appena prodotti, visti i primi riscontri di settore già positivi che contribuiscono a stimolare la band a continuare sul nuovo sentiero. Da ogni parola emerge un profondo amore verso la musica; il desiderio, tutt’altro che nascosto, è di trovare la propria dimensione in cui poter continuare ad esprimersi liberamente, preoccupandosi solo della qualità di ciò che dita e cervello fanno uscire dagli amplificatori. “La musica è monumentale, resta al tuo posto. Meglio quindi lasciare qualcosa che sia bello, piuttosto che qualcosa che sia una merda.” Parole e musica by Ombrelobo.
di ALESSIO FRANCI
ALESSIO FRANCI
Innamorato di ogni applicazione del linguaggio, dipendente dal bello e dal buono. Osservo, rifletto, pungo, vivo. Da 27 anni mi muovo per il mondo senza filtri e senza la pretesa di trainarlo, col solo obiettivo di interpretarlo ed apprezzarne le armonie e le sfumature.