Tornare dal mare e notare una foglia ingiallita sull’albero in giardino; poi sentire l’aria fredda che richiama l’uso della sciarpetta e subito dopo trovarsi con le castagne davanti alla stufa. La fiamma ti ricorda che è ora di andare a prendere gli addobbi natalizi, ma tempo che metti la stella sulla punta dell’abete che ti chiamano per il brindisi di Capodanno e mediamente ti ritrovi a fissare la notte buia, pensando ai buoni propositi per il 2022.
Nella nostra mente è questa la velocità percepita con cui transitiamo dal Ferragosto alla fine dell’anno. Beh, parlando in giro il fenomeno dell’apparente accelerazione temporale risulta essere una forma di malessere non sempre compreso nella personalità di quasi tutti. Anche nella mia, assomiglia piuttosto ad una specie di malinconia… Ho provato a rifletterci, alla stufa con le castagne. Ci accorgiamo del passare bizzarro del tempo mediamente nei periodi dell’anno “speciali”, perché sono proprio questi che condensano la nostra attenzione, ma soprattutto perché è proprio la nostra attenzione che forma quello che chiamerei “il senso del tempo”. Quindi, la domanda che mi faccio è: dove trascorriamo veramente il nostro tempo? E mi rispondo anche: ovviamente dove si orienta la nostra attenzione!
Fermatevi a pensare un attimo e noterete che nei nostri stili di vita questa è priva di controllo, fluttua senza fine mossa da una moltitudine di forze, (auto)impedendoci di avere una consapevolezza chiara e profonda del tempo che scorre. A fine giornata mi prendo cinque minuti per me stesso, lontano da quelle che considero distrazioni primarie: cellulare, tablet, computer e tv. Rimango seduto su un cuscino, ma a volte mi sdraio sul letto direttamente; respiro in maniera profonda e lascio riemergere casual- mente, immagini della giornata appena trascorsa. Non è tutto bello, ma sicuramente molto vero; spesso rielaboro intensamente particolari o sensazioni che mi erano sfuggite sul momento; cerco di osservarle e fissarle nello spirito, ricostruendo un mosaico della vita trascorsa più accurato e vivido. Concludo questa piccola pratica posando l’attenzione su di me, sulle sensazioni addosso al mio corpo, su quello che percepisco nel presente dentro e attorno a me. Considero questo esercizio un allenamento di presenza e attenzione, tentando di essere sempre più distaccato (non esente) dalle distrazioni, migliorando la capacità di percepire il tempo che inevitabilmente scorre dentro la nostra bellissima vita.
Fermare il tempo
Riccardo Ferri ci introduce alle tecniche di mindfulness