Unione Europea, una dimensione in cui viviamo, ma della quale spesso sappiamo molto poco. La tendenza, in generale, è quella di vivere questa entità come un qualcosa di lontano, di marginale, i cui effetti si presume non ricadano sul singolo individuo. L’influenza che l’Unione Europea, anche se non direttamente, ha sul singolo, non è affatto inconsistente. Al fine di comprendere cosa sia l’UE, quali ruoli svolga, come entri a far parte del nostro quotidiano, è stato promosso un progetto che si rivolge direttamente ai giovani, elettori dell’oggi e detentori del futuro. L’obiettivo del Parlamento Europeo, attraverso il progetto Euroscola, è quello di far incontrare studenti dei diversi Paesi dell’Unione perché possano discutere di vari progetti e delle speranze che ripongono nell’Europa. La sede di Strasburgo ospita questa fervente mescolanza di ideali e speranze giovanili, ed è sulle stesse sedie dei parlamentari che siedono quei ragazzi delle scuole vincitrici del concorso precedentemente svolto. Io stessa ho preso parte al progetto, e la mia scuola, il Liceo Francesco Petrarca di Arezzo, è riuscita a rientrare tra i vincitori. Con i miei compagni siamo partiti per rappresentare l’Italia, o meglio, i giovani italiani in parlamento. É stata un’opportunità irripetibile che ci ha permesso di confrontarci con ragazzi di altre nazionalità e con culture diverse, andando oltre queste diversità, uniti da un punto di vista che ci accomuna, quello dei giovani. Abbiamo dato vita a dibattiti su temi attuali di cui gli stessi europarlamentari discutono. Con una parola, potremmo definire quest’esperienza formativa.
La giornata tipo che il Parlamento propone agli studenti prevede la presentazione dell’istituzione alla quale segue quella di ogni scuola, esposta da uno studente con accenni alla storia e alla cultura del proprio stato e della propria città. A seguito, nel pomeriggio, gli studenti si riuniscono in cinque gruppi di lavoro per circa due ore nelle sale delle commissioni parlamentari. I gruppi discutono di vari temi di attualità europea, quali democrazia, diritti umani, problemi sociali, ambiente, il futuro dei giovani e dell’Europa…
Gli studenti poi si riuniscono in seduta plenaria nell’emiciclo del Parlamento. I cinque rappresentanti dei gruppi di lavoro si siedono al tavolo della presidenza e presentano le proposte di risoluzione. Queste ultime vengono approvate con lo stesso metodo di voto usato dai deputati europei. Il mio gruppo si è interessato di trovare soluzioni riguardo i problemi ambientali, tema che si è rivelato essere molto caldo e partecipativo tra noi giovani. Altri temi proposti sono stati di tipo economico, socioculturale, si è parlato dell’immigrazione e dei diritti umani. Così come i parlamentari votano le varie proposte presentate riguardo i precedenti argomenti, così noi, giovani ambasciatori europei, abbiamo avuto l’opportunità di esprimere la nostra opinione attraverso il voto. Questo ha permesso a me e ai miei compagni di comprendere la responsabilità che si assumono i parlamentari ogni qualvolta prendano una posizione su temi tanto delicati e attuali e l’importanza che ogni singolo voto abbia. Posso affermare di essermi responsabilizzata e di aver preso la coscienziosa e mirata decisone di informarmi e di andare a votare alle europee. Il nostro contributo è determinante: noi votiamo per un futuro. Votando, ne diventiamo in parte artefici.
di BEATRICE BORGHINI