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Hole in one!
Leonardo Giuliattini è uno dei talenti di questo sport nel panorama aretino e nazionale. Tanta qualità unita ad un futuro luminoso

Camminare giornate intere in veri e propri paradisi della natura. Luoghi affascinanti che vengono accomunati da un oggetto base di riferimento che riesce a raccogliere durante gli eventi migliaia di persone in Italia e milioni nel mondo: una pallina bianca. Da questa piccola cosa ne scaturisce uno degli sport più seguiti e giocati al mondo: il Golf.
Disciplina individuale, coinvolgente quanto impegnativa, che si pratica all’aria aperta all’interno di percorsi immersi in aree verdi. Quando per la prima volta si colpisce con la mazza la piccola sfera, può accadere di rimanere ipnotizzati da quanto riesca a volare in alto; molto spesso, infatti, dall’emozione si continua a giocare a golf fin quando se ne ha la possibilità, anche oltre ai cento anni.

Leonardo Giuliattini è uno dei talenti di questo sport nel panorama aretino e nazionale. Tanta qualità unita ad un futuro luminoso che lo ha portato a conquistare recentemente il titolo toscano assoluto al pregevole Circolo Golf dell’Ugolini di Firenze.
Ho vinto in casa” – dice Leonardo – “In quanto da tre-quattro anni faccio parte di quel circolo”.
Ma come si inizia a giocare a golf?
«Io ero molto piccolo e nessuno in famiglia aveva mai praticato questo sport. Mio padre, però, lo guardava spesso in tv e sono stato da subito curioso. Provandolo, ho deciso di iniziare. Ho iniziato a fare i primi colpi all’età di sei anni mentre le prime gare sono arrivate dopo l’iscrizione al Circolo del Casentino, non prima di aver studiato tutte le regole di questa disciplina.»

Il punto di riferimento per Leonardo è un certo Tiger Woods, la leggenda del Golf, considerato tra i migliori golfisti di tutti i tempi, nonché il più forte dell’era moderna: “È sempre stato il professionista che mi piacerebbe diventare e i suoi colpi mi hanno permesso di appassionarmi ancor più a questo sport.
Come riesci ad unire gli impegni scolastici con quelli sportivi, frequentando un istituto superiore di Arezzo?
«La scuola mi dà una grande mano perché usufruisco del programma formativo per chi fa sport ad alti livelli (Leonardo, infatti, ha avuto grazie ai suoi risultati una convocazione nella Nazionale Italiana giovanile). Lo scorso anno in Nazionale è stata una bella esperienza perché me lo ero posto come obiettivo. Non sapevo se sarebbe mai andata in porto, ma è arrivata e ho fatto, con la casacca italiana, molti tornei importanti giovanili. Sogno di diventare un professionista. Sono ancora under 18 e una volta che passerò negli amatori ci saranno dei tour ai quali potrò accedere; poi la Federazione mette a disposizione dei corsi per poter diventare professionista, giocatore o maestro.»

Quando e come ti alleni?
«Le gare terminano a novembre e i tornei riprendono verso la metà di febbraio e l’inizio di marzo. Mi sono prefissato per questo 2023 di allenamenti per migliorarmi tecnicamente, cercare di fare gare più mirate e ben preparate. La condizione fisica deve essere curata, come la tecnica del gioco e l’aspetto mentale perché, in campo, aiuta ad ottenere un buon risultato. Questi elementi mi permetteranno di fare una bella stagione. Ho a disposizione ad Arezzo il campo pratica, che mi ospita per allenarmi tutti i giorni della settimana. Il primo obiettivo sarà la gara che ho in programma per Venezia.»
A quale torneo internazionale ti piacerebbe partecipare?
«Sicuramente a uno dei quattro tornei Major. Quello a cui più ambisco è il “The Masters”: ogni anno viene giocato all’Augusta National Golf Club, uno dei club più esclusivi al mondo!»
Leonardo punta in alto e fa bene! Perché classe e grandi qualità sono tutte dalla sua parte…

di RICCARDO BUFFETTI

Riccardo Buffetti ok
RICCARDO BUFFETTI

“Ah l’amor che move il sole e l’altre stelle…” Il romanticismo è una delle chiavi della mia scrittura, passione nativa del mio essere. Più avanti si sono aggiunte, ahimè, quelle sportive che ne hanno preso il sopravvento soprattutto su ambito lavorativo. Bilancia ascendente Scorpione di quell’ottobre del ‘93. Scrivo per cercare l’emozione, parlo per raccontarle.

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