Riannodare il filo della memoria, cercare significati profondi nelle pieghe della storia del Novecento. “Odio gli indifferenti…” – scriveva Antonio Gramsci (1891-1937) l’11 febbraio del 1917. “L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia”. Occorre una profonda riflessione sul valore primario del lavoro e, parallelamente, sulla dignità di ogni essere umano: giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, donne e uomini che a testa bassa lottano o hanno lottato per assicurare un futuro diverso ai loro figli. Quello della partecipazione attiva alla vita pubblica è un dono della democrazia, pertanto il dovere della Libertà coincide con la necessità di schierarsi dalla parte dell’intransigenza morale e intellettuale.
Riaffermare e celebrare gli eventi storici che hanno spalancato le porte all’Italia Repubblicana, significa anche andare oltre il semplice ricordo. Supportare le “energie nove” e dare risposte concrete alle profonde trasformazioni economiche e sociali in atto; difendere a denti stretti i diritti individuali e collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori tenendo ben presente che partecipare è innanzitutto un dovere. “La storia entra dentro le stanze, le brucia. La storia dà torto e dà ragione”. Vogliamo stanze illuminate e luoghi produttivi in cui tutti possano sentirsi di nuovo o finalmente a casa. “La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano”.
di NICOLA SPADI
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Disperato sacerdote dell’intransigenza. Filosofo nei giorni feriali, scrittore in erba nonostante l’età avanzata durante i week-end. Cresciuto ascoltando i Pink Floyd e leggendo i libri di Bukowski e Roberto Bolano. La mia principale fonte d’ispirazione è il mio gatto, Giorgio Gaber: lo trovo molto più interessante della chiassosa maggioranza degli umani.