La vita è davvero curiosa, riesce a sempre a sorprenderti e a rovesciare i canoni ai quali siamo più legati. Una campagna elettorale che si vince a suon di like su Facebook, un artista che carica la propria musica su Youtube e scala la classifica di Spotify e un poeta che trova la propria popolarità realizzando post su Instagram. Nuovi mezzi di comunicazione per arrivare dritti al cuore del pubblico che poi, a voler guardar bene, siamo tutti noi.
Alessio Tavino, l’artista aretino del 2018, ha saputo arrivare al cuore delle persone con il suo progetto di pubblicare una poesia al giorno per trecentosessantacinque giorni. Per lui, che vive la vita degli altri attraverso i suoi occhi, raccontarsi non è per nulla un problema.
Ciao Alessio, il tuo progetto ha avuto un gran successo, puoi spiegarci da dove è nato?
«Ovviamente tutto è iniziato dall’amore per la scrittura. Da piccolissimo ho imparato a descrivere le emozioni in forma di poesia e versi, perché sentivo dentro di me la necessità di trovare le parole per esprimerle. Credimi, ero molto più ermetico di come sono adesso, e preferii la poesia alla narrazione perché mi sembrava più adatta per farmi tirare fuori quello che sentivo. La poesia esiste per questo.»
C’è stato qualcosa di particolare che ti ha spinto a far uscire le poesie fuori dalla tua stanza?
«Ti racconto questa… Due anni e mezzo fa utilizzavo Instagram come fanno tutti, per curiosità e per postare foto. Una mattina decisi di scrivere su un foglio colorato una frase e di provare a postarla, rendendomi conto fin da subito che quella foto aveva molto più coinvolgimento rispetto alle altre. Mi chiesi perché e la risposta che mi sono dato era che le persone erano più interessate a quello che avevo da dire rispetto a come apparivo all’esterno. Da lì ho iniziato a cercare dei blocchetti dove scrivere, prestando particolare attenzione ai dettagli come la calligrafia e la carta. Scattavo andando in giro per Arezzo tra parco Giotto e Prato, cercando la perfezione.»
Quindi da lì è cominciato il progetto che ti ha reso popolare…
«Il 31 dicembre del 2017 ero a Milano e chiacchieravo di obiettivi futuri insieme a degli amici. Una conversazione come tante altre. Quella sera, però, deve essere scattato qualcosa di particolare perché il giorno seguente mi promisi che, almeno per una volta, avrei dovuto essere in grado di mantenere una promessa e che doveva durare per un anno intero. Da li iniziai a progettare “una poesia al giorno” e l’ho fatto per tutti i 365 giorni. Non è stato facile, pensa che per trovare un foglio il primo di gennaio sono dovuto andare alla stazione di Milano, dove ne ho trovato uno a caso e ho scritto la prima poesia.»
Considerando che scrivevi per te stesso, quando hai capito che stavi diventando popolare e che scrivevi per comunicare qualcosa agli altri?
«La prima volta che me ne sono reso conto è stato quando una ragazza mi ha inviato la foto delle mie poesie appese in camera sua. Li capii che la cosa si stava trasformando. Da quel momento, quando mi domando il perché lo faccio, mi rispondo che è per quelle persone che, come quella ragazza, vogliono conservare una parte di me. Mi da una sensazione che non si può descrivere nemmeno con la poesia e rappresenta la risposta che cerchi dalla vita.»
Ti saresti mai aspettato che sarebbe stato un social a darti questa opportunità?
«Ci sono due correnti di pensiero, quelli che cercano di imitare i vecchi poeti e quelli che invece stanno cercando di trasformare il concetto di poesia per arrivare alle persone, ed in particolare agli adolescenti. Ecco, io voglio arrivare a quelli perché è la parte della vita più difficile e dove si finisce per mettere in dubbio tante cose. Devi conoscere dove si trovano e dov’è il loro luogo di incontro. Instagram è quel luogo.»
E in tutto questo una parte importante ce l’ha la fotografia, come ci sei arrivato?
«Premetto che non sono un fotografo e non ho fatto studi di fotografia, però cerco di ispirarmi a quello che faccio nella scrittura, ovvero stare dentro certi limiti e spazi, ricercando nello sfondo qualcosa che completi quello che c’è scritto nel foglio, quasi come fosse un gioco di ruolo. A formare la poesia c’è la poesia stessa, la foto, quello che scrivo sul post e i commenti. Il finale è avere quella storia raccontata in una sorta di gioco della vita.»
E per mettere insieme tutto questo serve una fonte di ispirazione, ci puoi svelare qual è la tua?
«Quello è l’essere artista, ossia trovare la creatività nelle piccole cose (direbbe Montale). Quello che faccio è osservare, perché i dettagli e i gesti delle persone ti fanno capire come possono essere descritte. È una cosa che sento dentro di me ed è difficile da spiegare. All’inizio mi basavo molto sui ricordi però, col tempo, ho smesso e ho provato a vivere non solo la mia giornata, ma quella di tutti, provando a calarmi in più vite e raccontarle con le parole. Non ti devi mai riposare o ti riposi continuamente facendolo.»
Dopo un 2018 strepitoso, che cosa ci dobbiamo aspettare per questo 2019?
«Inizia una nuova sfida. Sto cercando di creare un dizionario di parole con le definizioni in versi, utilizzando una forma particolare. Cercherò di rendere tutto ancora più interattivo non prendendo solo le parole che mi piacciono, ma inserendo anche i nomi delle persone, perché difficilmente ricevono poesie e io vorrei portarla ad essere un luogo dove ritrovarsi.»
A questo punto è arrivato il momento di consigliare qualcosa ai nostri lettori. Cosa puoi suggerirgli per riuscire a far qualcosa di grande come hai fatto tu?
«Servono due cose: tempo e passione. Non devi avere la fretta di arrivare all’obiettivo e non ragionare solo in funzione della popolarità. Le persone si appassionano a quello che fai per loro, non a quello che vuoi diventare. Per me ogni dettaglio è fondamentale e non considero mai finita una poesia fino a che non do l’ultimo tratto con la mia penna.»
Attenzione ai dettagli, creatività e spirito di osservazione, la ricetta di Alessio Tavino per arrivare dritto al cuore delle persone.
di FABRIZIO SALVI
Instagram: @alessiotvn
FABRIZIO SALVI
Settembre ’85. Ho impugnato una penna e non me ne sono più separato. Scrivo mentre viaggio, viaggio per passione, ho la passione della scrittura. Una ruota nella quale tutto torna al punto. E a capo, con una nuova storia da raccontare.