L’acqua può essere gioco, può essere sport e in questo caso specifico è anche terapia. Tra le vasche della piscina Comunale possiamo vedere alcuni bambini e ragazzi seguiti da specialisti e istruttori. Si tratta dell’Associazione T.M.A, Terapia Multisistemica in Acqua, presente in più piscine del territorio aretino.
Ma cos’è la TMA metodo Caputo Ippolito? Come riportano nel sito si tratta di una “terapia che utilizza l’acqua come attivatore emozionale, sensoriale, motorio, capace di spingere il soggetto con disturbi della comunicazione, relazione, autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo ad una relazione significativa”. L’associazione che opera a livello nazionale, è arrivata ad Arezzo grazie a Daniele Batani e Gabriele Lumachi e adesso copre tutto il territorio regionale. Simone Ottaviani, coordinatore TMA di Arezzo, ci ha fatto conoscere da vicino questa realtà: “Attraverso questo metodo terapeutico lavoriamo con tutti i disturbi dello sviluppo e della comunicazione, ma soprattutto dello spettro autistico. In acqua vengono fuori molte più cose, le emozioni risultano più facili da osservare per poi lavorarci. L’acqua ha dei punti di forza incredibili, piace a molti bambini, è attrattiva e ludica e a chi non piace poi riesce ad amarla”.
Così bambini e ragazzi lavorano su sé stessi e sul gruppo, in maniera divertente ed imparano anche a nuotare. Dalla terapia infatti nasce anche la passione per il nuoto. “Quest’anno abbiamo partecipato alla maratona di nuoto Capri-Napoli e i nostri ragazzi l’hanno vinta”. Quando l’acqua è libertà, la piscina diventa il luogo magico dove tutto sembra poter essere possibile. E cosa succede quando si prova ad “uscire dall’acqua”? “Con la chiusura delle piscine dovuta alla pandemia l’associazione si è trovata a pensare ad un progetto alternativo che permettesse ai ragazzi di continuare il loro percorso. Sono stati aperti dei centri, ad Arezzo si trova a San Leo, dove lavoriamo su tutto quello che non si può fare in acqua, dalla spesa alla cucina”.
Un’associazione dedicata a percorsi terapeutici per bambini e ragazzi, che lavora a fianco delle loro famiglie, cercando di sostenerle e stargli vicino anche nei momenti più difficili. Ed è grazie anche ai contributi, grandi o piccoli che siano, che tutto questo è possibile. Anche ad Arezzo un gruppo di amici, ed anche colleghi, ha pensato di supportare nel loro piccolo il lavoro di TMA. L’idea è nata da Giacomo Gallai, infermiere del Blocco Operatorio del San Donato, che nelle sue giornate in piscina ha conosciuto questa realtà e si è messo in gioco per supportarla. “Perché non provare a fare un evento che diverta, dove poter stare insieme, ma che allo stesso tempo possa permetterci di aiutare chi ha bisogno?” Racconta Giacomo. E così è stato! Potrebbe sembrare una semplice cena tra colleghi, invece da un momento di ritrovo è nato un gesto importante. Il ricavato è stato devoluto interamente al team di TMA Arezzo. “L’iniziativa ha accolto tanto successo e vorrei ringraziare tutti i colleghi che hanno partecipato con entusiasmo. Mi diverto ad organizzare e lo faccio volentieri, ma i risultati ottenuti sono grazie alla partecipazione di tutti”. Conclude Giacomo.
La passione raccontata dagli occhi di Simone, l’impegno dei bambini e dei ragazzi e i loro traguardi. Quando differenti realtà entrano in contatto possono unirsi per ottenere un grande obiettivo. Così come Giacomo e i suoi colleghi nel loro piccolo, ognuno di noi a suo modo può fare parte di questa rete.
di GIULIA BASAGNI
Avete presente la sensazione di un fiume in piena, che niente e nessuno è in grado di fermare?
Ecco questa sono io, laureata in Comunicazione, media e giornalismo, piena di energia e vitalità.
Pronta ad accogliere ogni avventura a braccia aperte, curiosa, affascinata dai nuovi spazi e con gli occhi attenti a guardare oltre.