Peace, Love, Unity, Have Fun
Alla fine degli anni ‘70 New York era culla di guerre intestine tra gang che si uccidevano senza scrupoli.
Alcuni djs e gruppi di abitanti del ghetto iniziarono a sfidarsi a colpi di musica invece che a colpi di pistola.
Così nacque il movimento della Break Dance, insieme a quello delle sfide rap, come movimento di pace, come competizione sana e come arma per l’abitante del ghetto per uscirne con stile. Da lì parte una evoluzione che porterà
questo ballo ad essere tra gli sport delle
Olimpiadi nel 2020.
Ad Arezzo da 11 anni è in attività InAction Crew,
un gruppo di ballerini, djs, writer che si identificano in uno stile di vita e in una passione comune: la Break Dance e la musica funky.
InAction Crew conta circa 30 membri a cui si aggiungono ragazzi e ragazze che desiderano cimentarsi nella Break Dance.
Lo stesso gruppo il 9 settembre organizza presso l’Habitat Skatepark di Arezzo la sesta edizione di una gara a squadre (3 contro 3) con partecipanti provenienti da tutta l’Italia e montepremi in denaro.
La filosofia dei B Boys (i ballerini) è quella di un confronto sano e maturo con il proprio corpo e con gli altri ballerini. Consapevolezza, unità e stile. Per ballare la Break Dance, si parte da una indubbia formazione atletica e dalla conoscenza di specifiche tecniche di ballo, che non sono niente senza la personalità, lo stile, la resa sempre diversa per ogni singolo ballerino.
Secondo questo credo e con la voglia di fare sacrifici pulsa il cuore della crew composto da: Andrea Bertocci (B-Boy Flag), Igoris Afoninas (B-Boy Emka), Alessio Patriarchi (B Boy Alex-Yo), Giovanni Rampinelli (B-Boy Talk a Lot), Luca D’Afflitto (B-Boy Daffy), Marco Foscari (B-Boy Bad).
Loro stessi diffondono il messaggio di pace e sana competizione della Break Dance, coinvolgendo ragazzi di tutte le età ed estrazioni sociali che vogliono cimentarsi in questa sfida.
Con concentrazione e sacrificio, si compiono evoluzioni estreme, si disegnano forme inaudite con i propri arti e il proprio busto, provando e riprovando con ammirevole costanza. Parlando con loro, capisco che quella danza diventa uno stile di vita: per ballare si smette di fumare, si abbandonano altri sport, si gesticola e ci si atteggia con un certo stile, si rivedono le proprie compagnie.
Già, perché la Break Dance è soprattutto una sfida con sé stessi
e con gli altri.
Una sfida volta al miglioramento del proprio fisico, al perfezionamento e alla personalizzazione delle tecniche, una sfida alla esibizione più spettacolare ed estrema.
Una sfida sana e aggradante in cui mai si sente una offesa, mai si vede una rissa o mai si assiste a una mancanza di rispetto, come siamo purtroppo abituati in altri sport molto più diffusi.
La Break Dance è quindi sport che
richiede costanza e sacrificio e insegna un profondo rispetto per l’avversario e una sincera consapevolezza dei propri limiti con la voglia di volerli sempre superare.
Di Nicolò Ciccone
REDAZIONE
Preparata, attenta, fuori dagli schemi e con una gran voglia di raccontare la nostra città; la Redazione e i suoi articoli su Arezzo, in perfetto stile WEARE…