La luce color pesca è talmente bella che tinge i fianchi della montagna di innaturalità, il buio precoce trasforma il cielo pomeridiano da blu a indaco e fa spazio alla luna piena sorgente da est; questa prende il cielo veloce nell’aria lucidata dal vento gelido di tramontana. Le folate di vento pungono il viso e scrollano le ultime foglie dal castagno e dal faggio, questo è il bacio freddo dell’inverno. Mentre scrivo queste frasi sono ormai a casa, davanti al fuoco seduto sul tappeto a riflettere sull’essenza di questa stagione. Molti interpretano l’Inverno come cupo, triste, buio quando invece penso che sia un periodo ricco e importante per noi stessi.
Giornate corte, il meteo spesso inclemente sono alcuni degli “strumenti” che ci mette a disposizione madre natura con l’indicazione chiara di rallentare, osservare, ma soprattutto identificare e fare “cadere” il vecchio per preparare a rigenerare il nuovo; è il periodo del conforto, dello stare “dentro casa”, dove la casa siamo noi stessi. E allora rallentate, sedetevi sul tappeto magari davanti al fuoco, respirate profondamente, dedicatevi 15 minuti al giorno. Agevolate il volo dei pensieri con della musica rilassante e osservate, osservate che cosa fiorisce nella vostra testa.
Personalmente mi piace scrivere quello che osservo, eventualmente ricercare la ripetizione fino ad arrivare alla causa che ha generato uno stato. Praticando, è interessante notare come le immagini che emergono, hanno una profondità sempre maggiore. Sul mio taccuino mi scrivo gli stati positivi, che mi generano benessere e li rileggo e li ri-vivo prima di ogni pratica: sempre sul mio taccuino scrivo anche gli stati meno belli, ma preceduti dalla frase “lascio andare” o “abbandono”, leggendoli alla fine della pratica. La costanza paga, gli stati positivi si rafforzeranno mentre quelli negativi si indeboliranno e saremo pronti alla rigenerazione del nuovo con la bella stagione.
Inverno = rallentare
Riccardo Ferri ci introduce alle tecniche di mindfulness