“Mentre salti non c’è niente, solo te e la moto… Io non so di preciso quello che provo… Un mix di emozioni. La paura c’è, ci deve essere, perché è lei che ti aiuta a non sbagliare! Non puoi avere troppa paura sennò ti frena e allo stesso tempo non puoi non averne perché se no cadi e ti fai male davvero! La paura ti aiuta a fare il bel salto, a muoverti nel modo giusto… Tanto cadere è inevitabile e la domanda giusta non è se, ma quando cadrai… La caduta tosta succede, per forza, a tutti, ti toccherà prima o poi… Questo è comunque uno sport estremo e i rischi ci sono.”
Davide Rossi, James Trincucci e Leonardo Fini. Queste sono le loro parole e le loro sensazioni quando saltano; sì perché questi tre giovani ragazzi di Arezzo (e provincia) si stanno facendo un nome nel mondo del Freestyle Motocross e le acrobazie che mettono in scena sono dei veri spettacoli che gli hanno già portato riconoscimenti importanti a livello italiano e internazionale.
Leonardo, 31 anni, sono 6 che gira da professionista. È l’unico in Italia in grado di eseguire il california roll, una capriola sopra alla moto durante il salto. Davide invece ha iniziato a guidare la sua prima moto a 7 anni e nonostante i traumi, le rotture e gli sbucci che ha portato a casa, quello per il freestyle è stato amore a prima vista… James salta da soli 2 anni, ma anche in lui questa indescrivibile passione è nata per caso e lo ha già rivelato come uno dei più grandi talenti di questo sport a livello italiano.
“La cosa curiosa è che in tutta Italia ci sono solo 30 piloti di freestyle motocross; i 3 toscani (noi tre appunto) sono tutti di Arezzo e provincia. I piloti sono pochi e il loro numero farebbe pensare ad uno spot di nicchia, invece il pubblico che assiste alle nostre gare e agli spettacoli è davvero vasto e anche molto eterogeneo, ci sono bambini, anziani, donne… Insomma piace un po’ tutti!”
Tutti e tre fanno parte del famoso team Daboot, capitanato da Alvaro Dal Farra, fondatore, ex pilota a livello mondiale, è lui che segue personalmente questi ragazzi. Loro si allenano nel suo Park a Belluno e affiancano all’indispensabile preparazione atletica una concentrazione mentale da veri maestri zen che deve portarli nel “qui e ora”, carichi sulla rampa, pronti per fare il loro salto. È questa concentrazione che riduce le cadute, che permette di calcolare i rischi, quasi di prevedere quello che succederà, considerando oltre alle proprie capacità fisiche, anche le condizioni esterne, quelle meteorologiche che hanno una grande influenza soprattutto durante gli allenamenti.
“La nostra settimana è diversa; il sabato e la domenica generalmente lavoriamo, anche se la nostra passione è il nostro lavoro, di sacrifici ne dobbiamo fare e tanti! Facile pensare “È tanto te vai in moto!” No, non andiamo solo in moto, siamo dei professionisti che prima di ogni salto, di ogni gara, seguono un preciso allenamento e direttive ferree non solo per il corpo, ma soprattutto per la mente. Un mental trainer ci segue in ogni nostra uscita e con lui parliamo di tutto; di tutto ciò che ci fa paura, che ci spaventa, di quello che può sembrarci una cavolata e che invece, se esorcizzato, ci permette di saltare meglio e di fare delle grandi performance. Adottiamo anche delle precise tecniche di respirazione per concentrarci perché in questo sport la mente è veramente tutto e se non ci sei con la testa un corpo comunque allenato non ti serve a niente…”
“Quando cadi è sempre dura… Se ti fai male, ma anche se scivoli e basta hai bisogno di qualcuno con cui parlare. La caduta è una sfida, ci riprovi e anche se stai un po’ più attento (perché la caduta è comunque un campanello di allarme) poi riparti, metabolizzi e via, si salta!
Quando stai male te lo chiedi chi te lo fa fare, ma poi, dentro di te sai, che questo sport è una droga, non ne puoi fare a meno, anzi ne vuoi sempre di più!”
Chissà perché il pregiudizio comune vuole questi ragazzi, che hanno un certo stile, con zero valori. Non certo per sfatarlo, ma soprattutto per fare qualcosa di buono e bello e per dimostrare che “non serve essere preti per aiutare gli altri”, Davide, James e Leonardo, oltre ai loro spettacoli, fanno anche mototerapia, un modo nuovo di “aiutare il prossimo”, nato da un altro pilota, uno dei capi della Deboot, che è Vanni Oddera.
“Noi facciamo ovviamente a livello gratuito questa terapia… L’idea principale è che con il nostro sport possiamo aiutare qualcuno. Aiutiamo tutti, dai malati terminali, purtroppo molti bambini, alle persone affette da disabilità sia motoria che psichica. Funziona tanto per loro, ma quasi sempre funziona più per noi! Loro ci insegnano tanto durante i giri che gli facciamo fare sulle nostre moto. Poi li portiamo sulle rampe dei salti e capita spesso che piangano perché non vogliono più scendere!”
Non sarebbe male fare una cosa del genere anche ad Arezzo. È per questo che tutti e tre i piloti si rivolgono a dei potenziali sponsor per poter fare in futuro un evento del genere in città, un vero e proprio festival che fonda insieme musica, freestyle, mototerapia, buon cibo e tanti giovani per far conoscere anche nella nostra zona il talento di questi ragazzi e soprattutto un modo alternativo di aiutare gli altri.
“Quando salgo sulla mia moto tutti i problemi spariscono. Non c’è niente, non penso a niente, sono come immobile, ma comunque mi sto muovendo, sto saltando… Alla fine quando atterro tutto riparte, ritorna il rumore e sento nuovamente le voci, la confusione, la gente che urla! Torno a terra e tutto torna normale, ma mentre salto sono in un’altra dimensione…”
“Mentre salti non c’è niente, solo te e la moto…”
DI MELISSA FRULLONI
MELISSA FRULLONI
Vegetariana militante. Animalista convinta.
Yoga praticante. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete.
Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage.
Una laurea in giornalismo, un cane, 27 anni, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…