Arezzo Che Spacca risuona, rimbomba. A distanza di pochi mesi dal nostro primo incontro con questa splendida banda di portatori insani di suoni, non possiamo non tornare a posare lo sguardo sui loro progetti in costante sviluppo, sempre illuminati da un’unica cometa direzionale: supportare e coltivare una scena musicale aretina coesa ed autosufficiente.
In redazione non c’è stato un istante di dubbio nel continuare a seguire il moto perpetuo di un’associazione in piena e repentina crescita: se qualunque altro soggetto avrebbe portato con sé il rischio della ripetitività descrittiva, i ragazzi di ACS non sono invece inquadrabili in due frame vagamente simili tra loro. La mission è sempre chiara e fissa, palesata e perseguita con purezza d’intenzioni, ma spuntano nuove idee più o meno ad ogni scambio, ad ogni chat, ad ogni birra condivisa nei minuti ritagliati alle proprie giornate. Avendo a che fare con la famiglia ACS, si impara a muoversi tra messaggi vocali carichi di ansie derivanti da agende disumane, diverse sensibilità che portano dal mondo in crollo all’estasi realizzativa in un paio di minuti, ricerca ossessiva del modo per essere utili all’artista di turno nonostante tutto… Una famiglia, appunto. Con occhi ed orecchie attenti, però, si coglie che in questo caos apparente c’è armonia, si balla tutti tanto, ma con coordinazione e tremenda efficacia.
Nietzsche sarebbe fiero delle stelle danzanti che ACS riesce a generare a profusione, condendo il proprio sostegno pratico e non alle realtà musicali aretine con immancabili quintalate di cuore. Abbiamo lasciato Francesco, Mattia, Diego, Niccolò ed Elia in procinto di formalizzare istituzionalmente la propria esistenza come associazione culturale, freschi di incarico per gestire il contest di selezione degli artisti aretini che sarebbero poi saliti sul palco principale dello scorso MEN/GO Music Fest.
Ne son successe di cose da allora… L’associazione oggi esiste non solo come community, ma anche giuridicamente: ciò comporta un’ovvia e conseguente maggiore libertà di movimento nel proporsi per progetti, bandi, appalti e chissà dove altro penseranno di sfruttare la credibilità acquisita sul campo. Il sogno porta ad un’Arezzo che Spacca come centro, anche fisico, della produzione musicale del nostro territorio.
Adeguate strutture e vere professionalità di settore sarebbero a disposizione di chiunque cercasse la via per coltivare la propria pulsione artistica: qualunque tipo di contributo è accolto con gioia da ACS per alimentare un progetto sicuramente difficile e ambizioso, ma che darebbe ad Arezzo nuovo lustro nella produzione musicale.
Riallacciandoci invece al live acoustic contest che ha portato il vincitore Kevin Koci sul palco del MEN/GO, ecco che ACS ha mostrato per mesi alla città la propria innata abilità nel creare rete: scegliendo come location il ristorante Billi’s e coinvolgendo nella giuria artistica soggetti diversi quali Radio Fly nella persona di Stefano Fragai, la storica rock band aretina Osaka Flu con un membro sempre presente a rotazione e WEARE con il sottoscritto a rappresentare la redazione, hanno dato vita ad un appuntamento fisso dei giovedì aretini.
Serate caratterizzate dalla semplice e stupenda voglia di ascoltare musica e condividere idee su di essa, in cui sono sorti contatti, rapporti e confronti tra soggetti prima distanti fra loro: già essere naturali collanti non è cosa di tutti, ACS passa direttamente alla saldatura! Le serate live erano infatti pervase da uno spirito unitario e non competitivo anche tra gli artisti, a dispetto di un format giocoforza selettivo: altro sintomo che il seme di unitarietà piantato da Arezzo Che Spacca sta trovando terreno fertile per fiorire. Finito il lavoro per la giuria, è invece cominciato lo sbattimento vero per i ragazzi che spaccano: il MEN/GO vissuto da assoluti protagonisti e punti di riferimento del backstage, in cui hanno concesso mani, teste ed anime per il fluido svolgimento della più importante manifestazione artistica della città. Oltre ad essere parte trainante dell’organizzazione, ACS ha anche marchiato e seguito passo dopo passo le partecipazioni di artisti locali emergenti selezionati (Gabrielemarco, Goldfellas, Flame Parade, Kevin Koci, Scuse Inutili), realizzando il proprio intento fondante di essere i fratelli maggiori sottopalco delle realtà musicali in erba. I grandi eventi passano, il lavoro quotidiano per far sì che esista un contesto musicale cittadino a sostenerne l’esistenza, invece, non può conoscere battute d’arresto. Questo i ragazzi di ACS lo sanno e lo perseguono come un mantra, concretizzando la consapevolezza nell’organizzazione di eventi sempre nuovi ad animare
Arezzo lungo tutto l’anno solare. Basti pensare al centrale contributo nell’organizzazione della serata musicale dell’Arezzo Crowd Festival, che ad inizio estate ha infiammato Piazza Sant’Agostino con live e dj set, oltre alla continuazione delle serate unplugged presso il Circolo Aurora e l’organizzazione delle serate “A scuola di indie”, concerti in cui ci si incontra viaggiando nei meandri della buona musica alternativa italiana nell’inusuale location del Centro Polivalente Ciak di via Alfieri. L’ultima (per adesso…) di queste serate è in programma il 13/12, mancare non è solo impossibile, è un peccato: quale migliore occasione per ascoltare dal vivo artisti provenienti dai piccoli palchi di tutta Italia? Contando che i Fab 5 hanno anche lavori e progetti artistici personali tutt’altro che in stand-by, sorge una curiosità: lo trovano il tempo per dormire?!? Dando un’occhiata alle ultime notizie, sembrerebbe proprio di no: è in corso l’organizzazione dell’Arezzo Che Spacca Party, evento che il 6/12 ribalterà a suon di note il C.A.S. Tortaia di Arezzo, con i concerti di Onion Rings, Roberto Sarno ed Ethel Floon e dj set a seguire. Occasione perfetta per celebrare la crescita ancora in corso ma già ben tangibile di ACS: la sfida sarà riuscire a fermare i 5 matti nello stesso spazio-tempo per un brindisi degno di tale nome. Gli eventi live sono il pane di ACS ed il naturale approdo del lavoro di supporto artistico che hanno in mente, tanto che l’ultimissimo progetto nato nelle riunioni che spaccano ed ancora in fase embrionale guarda proprio al mondo del live booking: 5 artisti aretini sono stati scelti per sperimentare la nascita di un’agenzia di ricerca date per il 2020, una booking agency tutta aretina che spinga solo artisti del territorio.
Figli prediletti di Guido, i ragazzi di Arezzo Che Spacca si configurano come contemporanei rappresentanti del mecenatismo, mettendo a disposizione i propri know-how e le proprie strutture fisiche ed on-line (la loro playlist su Spotify è ormai bussola sonora aretina, gli account social dell’associazione sono casse di risonanza dal suono potente e cristallino per ogni evento che emerga nel nostro territorio). Innovazione, network, supporto, musica: le parole chiave sono sempre le solite, ma trovano sempre nuovi sbocchi per rendere Arezzo artisticamente viva, nel rispetto della sua storia.
La nostra città non può, infatti, atrofizzarsi nella contemplazione. C’è chi accoglie le festività invernali agghindando e agghindandosi, vivendo passivamente il bello che lo circonda: noi vogliamo continuare a fare luce soprattutto sulle realtà che, invece, mantengono maniche costantemente rimboccate e sogni di crescita cittadina perseguiti quotidianamente.
Arezzo spacca, Arezzo che Spacca anche di più!
di ALESSIO FRANCI
IG: arezzochespacca
Musicomane innamorato di ogni applicazione del linguaggio. Cerco storie e suoni che mi facciano vibrare tanto ad ascoltarle, quanto a raccontarle. Osservo, rifletto, percuoto, vivo. Mi muovo per il mondo senza filtri e senza la pretesa di trainarlo, col solo obiettivo di conoscerne ed apprezzarne le sfumature più o meno armoniche.