Se lo segui su Instagram, ti sembra dannato e maledetto, (forse troppo) accigliato sopra alla sua moto…. Il classico bello impossibile (?) Invece lo incontri davanti ad uno spritz, un sabato pomeriggio rovente e mentre ti parla, tenendo in mano i suoi disegni, sorride e la sua espressione si fa meno oscura, diventa morbida, con gli occhi persi in un mondo tutto suo…
Ci trasporta in questo personalissimo pianeta a tinte “nere, con punte di rosso” che sono i suoi disegni, la sua arte, il suo modo di interpretare la realtà (o forse no, solo uno sfogo, una cosa che gli piace fare e basta), ma per tutto il tempo di questa intervista Matteo Giovani ci disarma, è dissacrate e pronto a buttare giù tutti i nostri pregiudizi, le nostre insicurezze, le nostre domande pensate, le frasi fatte e studiate… Con lui si improvvisa, persi nei tratti fini della sua penna e in quelle bocche rosse che spiccano nei fogli che ha in mano…
“A dicembre faccio 29 anni e sono 3 anni e mezzo che ho aperto una ferramenta. Ho un diploma preso all’ITIS, anche se mi ci è voluto un bel po’ a finirlo, ho sempre preferito farmi i cazzi miei e disegnare… Ah sono un grande appassionato di tatuaggi, l’ultimo l’ho finito da poco, mi copre tutta la schiena…”
L’aquila, il serpente e il drago abbarbicati sulla schiena di Matteo ci guardano possenti e maestosi. Anche loro fanno parte del suo mondo nero che, però rappresenta solo una parte di questo artista esausto (come si definisce). Un contrasto continuo tra le tinte dark di come appare e quelle chiare di come è; una musica spinta che si spegne mentre disegna, per lasciare spazio al jazz e al soul.
“Tatuaggi non ne ho mai disegnati… Quando scelgo un tatuatore mi devo affidare a lui, mi abbandono alla sua arte, al suo stile e a quello che vorrà imprimermi sulla pelle. Ho pensato di tatuarmi un mio disegno, ma i tratti sono troppo fini e si amalgamerebbero dopo troppo poco tempo… I miei andrebbero fatti grandi. Ci vorrebbe una schiena intera magari“ (ride).
Riattacchiamo noi. Insomma la tua passione per il disegno… Ci interrompe. “No, non è una passione! È una cosa che faccio e basta, quando disegno non devo pensare… Disegno quello che mi viene in mente in quel momento, ma neanche… Faccio solo scorrere la penna e via, quasi per caso, magari seguendo un ricordo, un flash o una foto che mi ha colpito.”
É stato cresciuto da sole donne e infatti nei suoi disegni ci sono sempre. Donne, però senza volto perché “quando le disegno poi vanno via e il viso non viene…” I suoi disegni rispecchiano quello che c’è nella sua testa, un caos che però ritrova ordine e precisione, inquadrato dalle cornici dei disegni, quasi come a voler delimitare le idee e i pensieri, per non farli volare via e ingabbiarli in una griglia di creatività che viene davvero per caso, in modo innato e spontaneo… “Farei tutto nero, ma poi il rosso spicca troppo e ti rimane nella testa. Ti entra dentro, impresso con dei tratti puliti, senza sfumature.”
Poi se guardi bene MG c’è sempre da qualche parte, due semplici iniziali, a volte ripetute, a volte nascoste, spuntano nei suoi disegni per rimarcare ancora di più la proprietà di uno stile che comunque non avrebbe bisogno di altri riconoscimenti, tanto è personale e unico…
“Ho prodotto anche qualche disco, fammi fare un po’ il bono, dai!” (ridiamo) La musica è l’altra cosa che (ci tiene a dirlo) non è che lo appassiona, “piuttosto mi piace farla e basta… Una trentina di canzoni le ho prodotte, ma non le ho mai fatte uscire… Non le ho mai neppure spedite a qualche casa discografica… Se uno mi dicesse: “Oh Giova te le spedisco io!” Io gli direi ok, va bene proviamo, ma da solo no, non le mando a nessuno!” Anche la musica gli viene così come il disegno, per caso…
“A volte mi stupisco di quello che so fare senza pensarci, senza dare troppo peso a quello che disegno, che creo con la musica… Se dovessi lavorarci con questa roba la mia carriera finirebbe subito! Tutto il giorno con la penna in mano a disegnare mi bloccherebbe… Anche la musica mi viene perché è un piacere, un passatempo…”
Matteo non si può definire nemmeno un autodidatta, disegna quando ha voglia e se ha tempo. A fare delle scuole non ci pensa proprio e a parlare con lui, nella sua personalità si può leggere tutto e il contrario di tutto… Un artista eclettico che però non ha studiato per essere tale e disegna solo per divertirsi.
Un dj, innamorato della musica che però non ama la vita notturna e alle serate preferisce stare da solo e… disegnare! Oppure fare moto…
Sì, le moto di Instagram le ha fatte da solo, compra quelle vintage e le rinnova in pieno stile Café Racer: “le smonto tutte e le rimonto, faccio tutto da me… tranne saldare… quello devo imparare a farlo perché poi devo fare una scultura gigante da mettere nel giardino di casa… è il mio prossimo grande progetto!”
Ormai si è fatto un po’ meno caldo. Il sole ci dà tregua e possiamo togliere gli occhiali. Ora quegli occhi, li vediamo bene e lo sguardo accigliato delle foto di Instagram è rimasto solo sui social… (Con grande presunzione) un po’ Matteo lo conosciamo (?) e sappiamo che quel lato light, nascosto e celato al mondo dagli ingombranti tatuaggi, si può mostrare solo a chi ha la pazienza di guardare nei suoi disegni i tratti fini della penna, senza fretta, con la coda dell’occhio, magari perdendosi nell’esplosione rosso viva delle sue donne…
Intanto lo spritz è finito. E noi andiamo in pace.
Di Melissa Frulloni
MELISSA FRULLONI
Vegetariana militante. Animalista convinta.
Yoga praticante. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete.
Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage.
Una laurea in giornalismo, un cane, 27 anni, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…