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Onion Rings
“Ci scappa del rock, ciccio!”
L’effetto dell’immersione nel mondo degli Onion Rings è una scossa, la stessa che infuoca l’anima di ogni rocker

Sei appena uscito dal microcosmo di splendido caos musicale che è la sala prove degli Onion Rings, sali in macchina pieno di vibrazioni e ti ritrovi a citare Jack Black in School of Rock senza neanche accorgertene, rivolgendoti in piena trance a chissà quale interlocutore immaginario… follia? Il giornalismo alla lunga è nocivo? It’s only rock’n’roll, baby…

L’effetto dell’immersione nel mondo degli Onion Rings è una scossa, la stessa che infuoca l’anima di ogni rocker, dal più melodico al più cupo e incallito metallaro: quando esce dagli amplificatori il suono del jack inserito nella chitarra elettrica, ci si sente parte di qualcosa che trascende spazio e tempo, ci si sente pronti per iniziare uno show impossibile da frenare, fatto di elementi musicali immortali. Eccoci quindi catapultati a sedere su un pavimento calpestabile solo da passi più che abituati, birra in pugno e strumentazione che spunta e sgomita tutt’intorno, con i relativi cavi che ammorbidiscono un paesaggio trasudante note. La bellezza pura della musica. In cerchio, occhi negli occhi con i quattro ragazzi della provincia aretina che hanno intrapreso l’ammirevole missione di mantenere vivo il sacro fuoco del rock in tempi di minimi storici sulla scena musicale internazionale, ciò che traspare già dagli sguardi è la genuinità. Così come nelle loro canzoni (mettete subito in cuffia “Complicated” e “Hot Truck”!), caratterizzate da chitarre che graffiano, cantato rabbioso e groove incalzante, non c’è tempo per pose o concessioni alla forma: l’attenzione è rivolta solo e unicamente al piacere di suonare.

Siamo insieme dal 2015, uniti dalla passione per influenze comuni come Foo Fighters, Kings Of Leon, Arctic Monkeys, oltre agli ovvi mostri sacri degli anni ’60 e ’70 come i Led Zeppelin. Abbiamo iniziato a suonare insieme per puro cazzeggio e voglia di divertirci mettendo in pratica il nostro amore per la musica, ma dai primi live in giro per sagre e feste paesane, passando per esperienze (dis)organizzative che forgiano e sono indispensabili nel percorso, abbiamo iniziato a calcare palchi via via più importanti e formativi, passando per Il Mengo Music Fest tramite il contest Suono Dunque Sono, il contest Arezzo Wave Toscana in cui siamo arrivati fino alla finale e il palco di Sanremo Rock. In ogni contesto, ciò che non è mai mancato è quel friccicorino al culo, quella piacevole adrenalina che solo chi suona può capire. Per noi, nel cerchio magico che facciamo ogni volta prima di un concerto, là fuori è sempre Wembley. Nel Febbraio 2018 è uscito il nostro primo EP autoprodotto e adesso, dopo un’estate in cui sono cominciate ad arrivare chiamate per date che rappresentano godurie e primi frutti, siamo rinchiusi al lavoro sul primo album.

Abbiamo tanti pezzi nuovi in ebollizione, dalla scrittura più matura; i suoni sono sempre duri e immediati, ma ci sono anche momenti di ricerca della linea vocale che rimanga, di attimi di introspezione un po’ più dark… Alcuni pezzi si possono anche iniziare ad ascoltare seduti, ecco. Alla fine però, tranquilli: ci s’alza sempre!

Guardandosi indietro, i quattro rockers sprizzano orgoglio e risate chiassose come i loro riff, ricordando ad esempio l’improbabilità di una pedaliera per chitarra portata sul palco di Sanremo Rock all’interno di una scatola da scarpe, perché quello c’era. Provando a farli guardare avanti, gli occhi continuano a brillare, ma di una diversa luce che solo la determinazione di inseguire un sogno conferisce. “Il rock ha senso anche senza scopo; lo spirito di base è sempre guidato dal cazzeggio, che ha portato già dagli inizi la scelta del nome della band, omaggio ai cibi discutibili con cui concludevamo nottate in preda a fame di dubbia origine. Tutto vero, ma, se guardiamo avanti, ci sogniamo a suonare in palchi internazionali, a portare avanti il rock nudo e crudo che ci piace. Visto che pensiamo e suoniamo questo tipo di musica, per di più in inglese, l’Italia non può che apparirci stretta… A ridimensionare, tanto, si fa sempre in tempo.
Dedizione, genuinità, grinta.
In una parola, amore, amore vero per la musica immortale con cui si è cresciuti e per cui si spendono energie al fine di mantenerla viva, vegeta, sporca e fastidiosa quanto basta.
Gli Onion Rings sono in missione, l’abbiamo detto: l’unico modo di supportarli è alzare il volume sulle loro note e spingerli fin oltre il consentito, credendoci sempre oltre il reale. Chissà che, guidando tra qualche tempo sulla Route 66 con in bocca polvere e sapore di onion ring appena ingurgitati dentro un diner poco raccomandabile, non li si senta davvero gracchiare dall’autoradio della decappottabile. Corna in aria!

di ALESSIO FRANCI

instagram: @onionringsofficial

ALESSIO FRANCI

Innamorato di ogni applicazione del linguaggio, dipendente dal bello e dal buono. Osservo, rifletto, pungo, vivo. Da 27 anni mi muovo per il mondo senza filtri e senza la pretesa di trainarlo, col solo obiettivo di interpretarlo ed apprezzarne le armonie e le sfumature.

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