Saione, forse il più iconico tra i quartieri di Arezzo, nel bene e nel male, torna sotto ai riflettori in una veste del tutto nuova ed inedita attraverso il progetto S P A C / / C A T I. Lorenzo Diana (e.verything), tatuatore handpoke e Andrea Zandrelli, fotografo specializzato nello skateboarding, decidono di rivoluzionare e rielaborare secondo il loro punto di vista, l’immagine del quartiere dove sono nati e cresciuti.
Come nasce questo progetto?
«S P A C / / C A T I è stato concepito lo scorso inverno durante il periodo di picco pandemico. Rientrati entrambi da Milano e da Torino, vista la situazione problematica, specialmente quella lavorativa, ci siamo ritrovati in un’Arezzo in piena zona rossa e l’assenza di stimoli, a lungo andare, è divenuta sempre più pesante; c’era un bisogno da parte di entrambi di voler esprimere ciò che l’esperienza di quei giorni ci stava facendo provare, sfruttando i pochi momenti all’esterno per creare qualcosa di nuovo, qualcosa che ci rappresentasse.»
Che cos’è S P A C / / C A T I? Qual’è il suo significato?
«Possiamo dire che questo lavoro è la confluenza delle nostre esigenze e delle nostre capacità. È il nostro personale filtro sul quartiere in uno dei periodi più particolari che abbiamo mai vissuto e lo abbiamo realizzato con un connubio di fotografie ed illustrazioni che non si fermano semplicemente all’immagine, ma nascondono dei significati ben precisi: da parte nostra c’è stata un’attenta ricerca visiva, dei luoghi, dei soggetti e delle illustrazioni, volendo imprimere nelle opere, non solo il nostro pensiero, ma anche una certa simbologia che scivola attraverso il dialogo dei nostri stili.
Saione si è sviluppato nel secondo dopoguerra, con il boom economico e soprattutto negli ultimi anni è salito alle cronache per situazioni di degrado, tra cui spaccio, risse, prostituzione ed altro; proprio questa nomea negativa che gli è stata affibbiata dall’opinione pubblica e dalle istituzioni, ci ha spinti a voler dimostrare che il nostro è un quartiere con la sua storia e le sue dinamiche, ma non per questo va demonizzato o considerato invivibile.
Sicuramente, se valutiamo nell’ottica di città molto più grandi come quelle in cui viviamo noi (Milano e Torino), possiamo considerare Saione come l’unico vero quartiere cittadino e non una semplice zona.»
Da dove deriva il nome?
«Il nome è strettamente legato alla musica che ascoltavamo in quel periodo, ed in realtà tutte le opere che abbiamo prodotto contengono una parte del background musicale che ha influenzato fortemente le nostre vite. Durante il lavoro, ci è capitato di ascoltare spesso un brano musicale chiamato appunto “Spaccato” e subito ci siamo resi conto che quella parola racchiudeva perfettamente l’essenza del progetto, ponendo particolare attenzione sull’incontro tra due stili artistici differenti, come la fotografia ed il disegno legato al mondo dei tatuaggi.»
Come verrà pubblicato il progetto?
«Le opere si potranno osservare in primis sulla piattaforma di Instagram, in entrambi i nostri profili, visto che rappresenta lo strumento maggiormente utilizzato da noi per la pubblicazione del nostro materiale; le opere non verranno caricate tutte assieme, ma seguiranno un uscita con cadenza periodica a seconda del nostro giudizio. Successivamente, entreremo nella fase delle opere fisiche, che saranno stampate in tiratura estremamente limitata e saranno disponibili per i pochi che apprezzeranno maggiormente questa nostra visione. Oltretutto, se la situazione ce lo concederà, vorremmo esporre al pubblico l’intera collezione in spazi appositamente dedicati.»
di LORENZO STIATTI
IG: @ __e.verything__
@ andrea.zandrelli