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Sogni di un discepolo di Jim Morrison…*
Sono passati due anni e mezzo dal nostro ultimo aperitivo. Anche per questa intervista io e Matteo Giovani ci ritroviamo davanti ad uno spritz (ormai è un grande classico dei nostri incontri…)

Sono passati due anni e mezzo dal nostro ultimo aperitivo. Anche per questa intervista io e Matteo Giovani ci ritroviamo davanti ad uno spritz (ormai è un grande classico dei nostri incontri…). Anche se le differenze rispetto alla scorsa volta sono tante… Il sole non c’è, a questo giro sono la sera e il buio a farci da sfondo, Matteo lo conosciamo già, ma nei suoi occhi qualcosa è cambiato… Sono più fermi, di una calma solo apparente che nasconde un fremito, una voglia di riscatto, un guizzo che mostra la sua vera anima d’artista. Una scintilla che dice che “È ora!”. Di cambiare, di agire, di vivere davvero della sua arte, in una vita felice, fatta di disegni, tratti sottili, fogli bianchi.
È ora!” lo ha scritto anche in una sua opera e il significato è proprio questo, che è giunto il momento, è il tempo giusto per svoltare… La sua arte in questi anni si è fatta più matura, consapevole, come lui, attenta ai dettagli, studiata con maggiore attenzione, anche se, come sempre è dettata dal momento, da quello che Matteo sente, dalle esperienze che vive e da quello che viene fuori ascoltando i Doors e bevendo Vermut…
Devo regolare la mia vita sui miei sogni e su quello che voglio in realtà. Ho compiuto 30 anni, un momento importante della vita… Non sei più un ragazzo ed è ora di fare quello che davvero ti rende felice, se no non avrai più il tempo di farlo. Se vuoi cambiare il momento giusto è questo!

Dare priorità alle cose giuste è la sfida di tutti; quella che Matteo vorrebbe vincere sarebbe di poter vivere della sua arte, lasciare il suo lavoro in cui si sente come prigioniero di corde fatte di viti e bulloni… Trovare il coraggio di sacrificare uno stipendio, un posto sicuro per l’arte, per la felicità, oggi più che mai non è semplice, ma a volte il desiderio e la passione vincono sulla razionalità e si trova il coraggio di fare quello che fino a ieri sembrava impossibile.
Due anni e mezzo fa Matteo ci aveva detto: “Se dovessi lavorarci con questa roba la mia carriera finirebbe subito! Tutto il giorno con la penna in mano a disegnare mi bloccherebbe…” Ma oggi è cambiato tutto.
Quando lo faccio è uno spettacolo. Relax puro. Disegno in negozio tra un cliente e un altro ed è come staccare, è libertà! Sono felice che le mie opere vengano apprezzate e che la gente abbia voglia di comprarle, ma fare quei disegni per me è una necessità, un’esigenza espressiva. Ognuna è legato a momenti diversi della mia vita, anche se te puoi vederci quello che vuoi in base alla tua di vita e a quello che senti in quel momento. Ho disegnato Jim Morrison ultimamente… Un idolo, un sogno tracciare la linea del suo viso! Immergermi in quei tratti è isolamento…
In questi anni Matteo ha partecipato a tre esposizioni, due erano personali, si è fatto conoscere e apprezzare e i suoi disegni hanno iniziato a piacere sempre più; gli acquisti arrivano dall’Italia ma anche dall’estero e sul suo sito matteogiovani.it potete immergervi nei tratti neri, nelle bocche rosse delle sue donne, nella “Disarmonia” della home (la nostra preferita!).
Le soddisfazioni sono arrivate, ma Matteo vuole il successo, crescere, sfondare, mostrare al mondo quello che sa fare. Sia chiaro però, apparire non gli interessa… Fare i selfie lo imbarazza e non è bravo a nascondere la sua sensibilità sotto una faccia troppo seria e cupa. Ha rifiutato di partecipare ai reality trash del momento che puntano tutto su apparenza e aspetto fisico. Non gli interessa diventare famoso per averci partecipato, non cerca la fama tra le ragazzine in discoteca, ma piuttosto la sua strada che è convinto passerà da quei disegni in bianco e nero, dalle matite e da quel casino che ha in testa, ma che poi si ferma e trova un’armonia incredibile, nell’incantesimo di quei tratti.

Matteo_Giovani_WEARE
Matteo_Giovani_2_WEARE

In questi anni, oltre ai disegni su carta, Matteo si è cimentato nella lavorazione di altri materiali. Il legno è sicuramente uno dei più interessanti: “I pezzi di legno che lavoro già mi raccontano una storia. Vengono dal passato e hanno in se qualcosa da dire. Me li porta un signore che ha un negozio di antiquariato. Pensa che un po’ di tempo fa, mentre scartavo uno scuro di una vecchia chiesa, tra le pieghe del legno ho visto una X. Mi sono pietrificato e la mente ha iniziato a lavorare. Mi sono venuti in mente gli untori, la peste e poi alla fine ci ho disegnato lucifero che mangia le persone… Questo è quello che ci ho visto, in un viaggio fatto dentro di me, tra il ruvido di quel legno, la sua storia, le mie emozioni… Il legno mi dà molta ispirazione, ma la carta continua ad avere un fascino unico… Il foglio bianco non ti parla, ti sfida… È bellissimo e parte tutto da lì!
Matteo le sue serate le passa in garage… Non è un grande amante di Netflix e preferisce lavorare alle sue moto, disegnare; “stare sul divano è tempo sprecato, mi allontana da quell’incredibile rilassamento che provo quando creo un’opera… È lì che non senti più nulla, percepisci solo il tuo respiro che scorre, lo ascolti con attenzione, lo devi ascoltare e prima di fare quella linea lunga e precisa trattieni il fiato… Ecco l’hai tracciata, ora respiri di nuovo, prendi fiato ed è come rinascere ogni volta.

di MELISSA FRULLONI

* L’ispirazione dal libro “Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce” di Roberto Bolaño e A. G. Porta.

MELISSA FRULLONI

Vegetariana militante. Animalista convinta.
Yoga praticante. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete.
Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage.
Una laurea in giornalismo, un cane, 27 anni, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…

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