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Un insopportabile ronzio...
Leishmaniosi e Filariosi, cosa sono? Parola alla nostra veterinaria...

Finalmente la primavera! Alberi fioriti, prati verdi, cielo azzurro e… le zanzare! Lo sappiamo bene, con l’arrivo della bella stagione tornano anche loro e quell’insopportabile ronzio che non ci fa dormire la notte. Ma oltre a pungere noi umani, se la rifanno anche con i nostri amici a quattro zampe. Ma se a noi, il più delle volte, creano prurito e un po’ di rossore per i nostri cani sono portatrici di due malattie importanti, leishmaniosi e filariosi, trasmesse proprio con la loro puntura. La leishmania è un protozoo ormai endemico in Italia e veicolato dal pappatacio, insetto che punge di sera e che succhiando il sangue da un animale infetto lo ritrasmette, sempre tramite puntura, a uno sano. La leishmaniosi colpisce raramente anche l’uomo, ma non direttamente bensì per il tramite di una zanzara infetta; quindi si può tranquillamente toccare un animale malato senza rischio di contagio. Il decorso è cronico e i sintomi sono variabili: da manifestazioni cutanee con dermatiti, ulcere e perdita di pelo soprattutto sul muso e intorno agli occhi fino ad interessamento degli organi interni con conseguente anoressia, dimagrimento e debolezza. Possono essere colpite le articolazioni con gonfiore e zoppia e i linfonodi spesso sono ingranditi. La diagnosi viene fatta sulla base di esami clinici e del sangue con test specifici. Per la terapia vengono utilizzati associazioni di più farmaci per ottenere la remissione della malattia. Importante la prevenzione, con l’uso di sostanze repellenti contro le zanzare come le permetrine, contenute in molti spot-on o collari in commercio. Esistono dei vaccini che riducono ulteriormente la probabilità di sviluppare la malattia. Molti confondono la leishmaniosi con la filariosi, altra malattia trasmessa da zanzare. La filaria è un verme che vive nel cuore e nelle arterie polmonari creando un danno potenzialmente mortale. La zanzara punge un animale infetto succhiando le larve che maturano nel suo corpo e le reinocula nell’animale sano quando fa il pasto di sangue. Da qui le larve raggiungono il cuore e si riproducono danneggiandolo. I sintomi sono tosse, intolleranza allo sforzo, difficoltà respiratoria. La diagnosi è eseguita tramite test specifici e la cura consiste nella somministrazione di un farmaco che uccide le filarie adulte. La prevenzione è semplice, basta dare mensilmente da maggio ad ottobre delle compresse o uno spot-on oppure effettuare una iniezione annuale all’inizio della primavera.

Dott.ssa Laura Andreoli, medico veterinario dell’Ambulatorio Veterinario Associato “Rossi e Andreoli”. Laura, originaria di Roma, si è innamorata del Casentino. Vive a Capolona da oltre vent’anni, dove ha trovato lavoro
e famiglia.

Hai un dubbio o una curiosità? Scrivi alla nostra veterinaria e il tuo potrebbe essere l’argomento del prossimo articolo: redazione @wearearezzo.it

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