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Un ragazzo incinto
Com’è nato questo ultimo romanzo? «Da un sogno nel quale scopro di essere incinto. Lorenzo Giacinti ci parla di Ragazzo solo il suo nuovo romanzo

Stai lavorando ad un nuovo romanzo? Cosa puoi dirci?
«Unica anticipazione: sarà ancora più presente la componente “magica”.»
Questa era l’ultima riga di una precedente intervista che avevamo realizzato e in cui Lorenzo Giacinti ci aveva lanciato un piccolo spoiler del suo nuovo libro. La componente “magica”, o meglio surreale, della sua ultima fatica è quella che accompagna il protagonista de Ragazzo solo, edito da Edizioni Revolver.
Com’è nato questo ultimo romanzo?
«Da un sogno nel quale scopro di essere incinto. Quattro anni fa ho scritto una sceneggiatura che però non è mai stata tradotta sullo schermo, così ho deciso di farne un romanzo. Ne ho modificato lo stile e alcuni tratti della trama, anche per adattarlo allo scopo.»

Chi sono i protagonisti delle storie?
«Sono dei ragazzi della periferia romana che vivono la vita senza prospettive credendo di non poter aspirare ad un futuro migliore di quello che hanno. Il protagonista è Pierpaolo la cui storia è raccontata da Nina ad un giornalista: Pier scopre inspiegabilmente di essere incinto e questo avvenimento verrà percepito come un’ancora di salvezza da una vita vissuta senza obiettivi, lavorando per inerzia il giorno e sballandosi la sera con gli amici. Solo la decisione di Pier (piccolo spoiler concesso dall’autore stesso n.d.r.) di portare avanti la gravidanza lo rimetterà al mondo.»
Cosa troviamo in Ragazzo solo?
«Una storia legata alla realtà, meno onirico rispetto ai miei precedenti, un romanzo a tratti anche molto crudo. Può risultare provocatorio ma è stato proprio questo l’intento per trattare tematiche come la maternità, il rapporto con i genitori e con gli amici, l’abbandono, l’identità, la morbosità di un amore, il valore dell’appartenenza. “Solo” ha molteplici significati perché Pier è così che si sente: abbandonato, non voluto dai genitori, vive una solitudine quasi imposta da varie cose e anche perché è letteralmente il solo ad avere queste peculiarità.»
In che genere si può incasellare il tuo racconto?
«Rispetto ai precedenti, questo romanzo inaugura qualcosa di nuovo, una sorta di rinascita sotto diversi punti di vista: dallo stile di scrittura alle aspirazioni cui attingevo. Forse non c’è un genere in cui catalogarlo, è qualcosa “fuori dai tracciati”, come lo ha definito la casa editrice a cui l’ho proposto.»

di CARLO MARTINO
Credits Federico Manneschi
Model Emanuele Olivieri

IG: @lorenzo.giacinti.doppelganger

CARLO MARTINO
CARLO MARTINO

Classe 1992, nato a Cori, un paesino che nessuno conosce. Sono laureato in Storia dell’arte e proprio a Firenze, città “culla del Rinascimento”, decisi di specializzarmi in arte contemporanea. Mai nessuna scelta fu così tanto azzeccata. Sono presidente di un’associazione culturale no profit con la quale organizziamo eventi e mostre d’arte contemporanea. Nutro una passione nell’origliare i commenti delle persone relativi alle opere d’arte allestite nei musei. Oltre a questo amo i libri, il rock, lo sport, l’improvvisazione teatrale. Mi piace molto anche il whiskey (se bourbon meglio).

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