Proprio nella nostra città, poco vicino alla zona Setteponti, in via del Tramarino, si trova l’azienda calzaturiera Festa, nata negli anni cinquanta per volere di Francesco Festa. Ad aiutare Francesco poi sono arrivati i figli Domenico e Giuseppe. Inizialmente Francesco usava con orgoglio la lettera maiuscola F per firmare i loro prodotti, seguendo la scia delle prime marche sportive che usavano loghi e strisce per rendere i loro prodotti davvero riconoscibili.
Ideare, creare e realizzare scarpe per uomini, donne e bambini è l’attività che ruota intorno alla famiglia Festa che con una tradizione cinquantenaria punta sempre all’innovazione e a stare al passo con il consumatore finale.
“Certamente l’influenza di tanti anni di esperienza e sperimentazione che passano attraverso la fine e l’inizio di un millennio ci pone a confronto con la globalizzazione e le sue conseguenze sulla qualità ed il servizio dei prodotti di oggi. Tutto questo ci rende consapevoli, motivandoci dell’importanza del nostro lavoro artigianale.” Ci spiega Domenico.
Tutto questo lavoro che si è basato sul confronto costante tra fratelli che come definisce Domenico ha creato quella “sana competizione e azione condivisa” che li ha stimolati e ha fatto accrescere la loro creatività, spingendo entrambi a migliorarsi.
Un’azienda legata alla famiglia, ma anche alla nostra città. Dovete sapere che Festa Calzature (domenicofesta.com) ha un fortissimo legame con Arezzo con radici lontane. Negli anni ‘60 infatti ha realizzato delle calzature folcloristiche per i costumi dei figuranti della Giostra del Saracino e del Gruppo Sbandieratori. Ma non solo ha sostenuto la manifestazione che rende speciale questa città, anche la nostra squadra di calcio U.S. Arezzo.
“Negli ‘80 e ‘90 nostro padre ha vestito con le sue scarpe da calcio, realizzate su misura, i migliori giocatori passati da Arezzo, per fare alcuni nomi celebri posso ricordare Graziani, campione del mondo ‘82, Carboni, nazionale e club internazionali, Calori club di serie A e Domenico Neri, famosa leggenda del calcio Aretino.” Questo è quello che fa brillare aziende che non solo hanno il loro stabile in città, ma partecipano, contribuiscono e soprattutto la vivono. In ogni loro modello di scarpa possiamo vedere Arezzo, la qualità Toscana e soprattutto una stessa filosofia.
“Cerchiamo sempre di privilegiare il confort e l’unicità dello stile e della qualità che deve avere una scarpa artigianale di pregio, pensando costantemente che le nostre migliori scarpe devono ancora esser fatte. Al centro, ma soprattutto “dentro” i nostri prodotti c’è la qualità e la forza del 100 % hand made in Tuscany”.
Il design di oggi è frutto di anni di sperimentazione e visioni futuristiche che fanno riferimento alla storia della calzatura, visioni che vanno dalle scarpe tecniche sportive alla scarpette da ginnastica di moda da tempo libero, le sneakers. Il design e lo stile si consolidano nella più classica delle scarpe stringate in cuoio, ma reinterpretata in chiave moderna e confortevole arrivando fino ai modelli da montagna in stile Cortina anni ‘50.”
Dietro alla scarpa e alla sua realizzazione c’è davvero un mondo. Il momento dell’acquisto, le nostre scarpiere straboccanti sono solo l’ultimo passaggio di un percorso veramente significativo. “Realizzare scarpe è un’attività manuale nel limbo tra arte e mestiere che ci ha trasmesso negli anni la consapevolezza di costruire cose che hanno in se un’anima fatta di passione, storia, tradizione e creatività allo stato elementare del termine, cioè al servizio di un prodotto utile nella vita di tutti i giorni.”
Perché è proprio vero che “una bella scarpa può cambiarti la vita”, come scrivono nella loro pagina Facebook: “Il significato ironico era riferito alla celebre scarpetta di vetro di Cenerentola, mentre il suo significato attuale più intrinseco e filosofico è riferito alla scelta di acquistare una scarpa artigianale, su misura, personalizzabile dove l’interazione di ciò avviene direttamente con l’artigiano che la disegna costruisce e consegna. Questo a mio avviso è certamente una scelta di stie di vita che cambia e diverge radicalmente da chi consuma prodotti di provenienza anonima e soprattutto senza anima.”
Conclude Domenico “Progetti e obiettivi per il futuro? Non accontentarsi mai e ambire al miglioramento costante del nostro prodotto a servizio del cliente più esigente.” Come si dice, ad ognuno il suo mestiere!
di GIULIA BASAGNI
GIULIA BASAGNI
Avete presente la sensazione di un fiume in piena, che niente e nessuno è in grado di fermare?
Ecco questa sono io, Giulia Basagni, 26 anni, laureata in Comunicazione, media e giornalismo, piena di energia e vitalità.
Pronta ad accogliere ogni avventura a braccia aperte, curiosa, affascinata dai nuovi spazi e con gli occhi attenti a guardare oltre.