Passare una vita in sella ad aerei ed elicotteri nei meandri più rischiosi e pericolosi, ma allo stesso tempo affascinanti e unici del nostro pianeta e il merito di averceli raccontati con un’altra delle sue grandi passioni: la fotografia. Lui è Riccardo Ferri, aretino di nascita e avventuriero per lavoro.
“Tutto nasce dalla mia passione, innata, gli aerei: ho iniziato ad alzare gli occhi al cielo intorno ai 3, 4 anni spinto e alimentato dal coraggio dei miei genitori, che mi hanno sempre supportato. Da piccolo ero molto affascinato dalla figura stessa del pilota… sveglio, intelligente, pronto fisicamente. Figo in poche parole! Ma sono riuscito a guidare un piccolo aereo solo a 17 anni, quell’esperienza mi ha rivelato la strada.” A Riccardo ci sono voluti anni di duro lavoro e fatica per poter riuscire nell’impresa di diventare pilota. In questi anni ha vissuto anche in America: “Sono partito nel 2002. In Italia ero riuscito ad entrare in Marina, mi affascinava l’idea di poter sorvolare il mare e questa scelta mi avrebbe permesso in futuro di viaggiare di più, promessa decisamente mantenuta. In America sono stato circa 26 mesi dove ho guidato aeroplani ad alte prestazioni tra la Florida e il Texas. Tra i mille aneddoti di quei mesi ce ne è uno in particolare che ho impresso: un uragano visto da trentamila piedi; stavamo volando sopra la North Carolina quando abbiamo visto questo temporale gigantesco che sprigionava ogni genere di colore, è stato uno scenario incredibilmente bello.”
Il ritorno a casa si rivela essere il trampolino di lancio per la professione di Riccardo: “Prima di rientrare sono passato alla guida degli elicotteri, mezzi molto più pericolosi e instabili. Nella base di Sarzana, vicino a La Spezia, sono diventato pilota operativo ed ho iniziato il mio viaggio per il mondo, in un’attività intensa. Ho preso parte in missioni umanitarie in Africa, Medio Oriente, Mar Rosso, Golfo Arabico e Afghanistan. Le visite in questi paesi e la quantità di materiale fotografico che riuscivo a raccogliere in quei pochi permessi a terra, hanno fatto sì che nascesse il mio blog, chiamato Aria Acqua Terra, dove ho raccolto per degli anni, grazie alla fotografia, le meraviglie che riuscivo a visitare. Il mio spirito si era liberato, avevo sempre più voglia di girare e raccontare storie di posti bellissimi: come le montagne rosse e i deserti infiniti dell’Afghanistan o come le coste deserte e ricche di colori dello Yemen. Questa nuova passione mi ha portato più volte ad affrontare, anche nel tempo libero, ogni genere di avventura: nel 2014 sono stato in Nepal, alla base dell’Everest per 190 km su quote di 4500 metri, ho percorso il cammino di Santiago, ho iniziato ad intraprendere l’alpinismo e ho scoperto il Trail. Ho viaggiato molto da solo, anche per settimane intere.”
Poi Riccardo è diventato padre, per ben due volte, ma questo non ha rallentato il suo motore, attivissimo, di ricerca, di nuove avventure, semmai ne ha mutato un po’ il tragitto: “Sono diventato babbo due volte. Per necessità sono uscito dal campo delle missioni operative e mi sono dedicato a fare l’istruttore. La mia vita ha cambiato marcia e mi ha creato qualche scombussolamento inevitabile, ma dedicandomi del tempo ho scoperto altre passioni. Una di queste è la meditazione e l’auto miglioramento: come i pensieri creano la realtà e come i limiti appartengano ad una di esse da noi creata. Vorrei in futuro realizzare dei progetti dedicati a questa disciplina, facendo passare il messaggio che curando i pensieri e se stessi si possono eliminare queste gabbie di autolimitazioni che ci creiamo. Mi sono accorto che sei tu a scegliere.”
La montagna sembra esser diventata la nuova sfida di Riccardo, che a breve potrebbe riservarci delle sorprese: “La maggior parte dei miei nuovi progetti si basano sulla montagna e sulla corsa: ho in mente la creazione di un nuovo blog legato a quest’ultime, sempre ricco di foto e nuove storie!”
di RICCARDO BUFFETTI
“Ah l’amor che move il sole e l’altre stelle…” Il romanticismo è una delle chiavi della mia scrittura, passione nativa del mio essere. Più avanti si sono aggiunte, ahimè, quelle sportive che ne hanno preso il sopravvento soprattutto su ambito lavorativo. Bilancia ascendente Scorpione di quell’ottobre del ‘93. Scrivo per cercare l’emozione, parlo per raccontarle.