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Viaggio immaginario
al termine della notte
C’è un artista aretino che da qualche tempo ha iniziato a disseminare segni e disegni sui muri delle città è aero.solero

«La vera arte è dove nessuno se lo aspetta, dove nessuno ci pensa né pronuncia il suo nome.» Così, Jean Dubuffet, padre di quella che sarà definita l’Art Brut, chiariva ogni dubbio: le creazioni artistiche più sincere e autentiche non si trovano nelle gallerie dei musei, non hanno piedistalli né didascalia; tali creazioni vanno cercate nelle semplici cose, in quelle che passano inosservate come il disegno di un bambino, o quello di un folle. C’è un artista aretino che da qualche tempo ha iniziato a disseminare segni e disegni sui muri delle città, su fogli e su altre superfici, si chiama aero.solero e sembra aver colto alla lettera la lezione di Dubuffet. aero.solero è una continua ricerca sperimentale volta a guardare con occhi diversi le solite strade, per trovare percorsi che arrivino a nuove destinazioni. Pittura murale, installazioni, animazione, immagini, suoni, editing video: analogico e digitale entrano in contatto, si contaminano e rinascono in forme diverse attraverso il filtro personale dell’artista, per esprimere la necessità di reinventare la propria realtà attraverso un immaginario astratto e mai riconducibile a forme riconoscibili. Una crepa nel muro, un tappeto abbandonato, qualunque cosa per aero.solero può diventare un mezzo espressivo che, attraverso l’osservazione, la rielaborazione e lo studio sull’espressività del segno e della forma crea contenuto.
Come mi racconta A., l’anonima mente dietro ad aero.solero: “Il progetto nasce nel 2016, per sperimentare l’utilizzo dello spray su muro, spesso cercando pareti vuote all’interno di stabilimenti abbandonati, per poi avvicinarsi a vari altri tipi di supporti di recupero come pannelli, teloni, carte, ma anche oggetti, talvolta integrati all’interno di composizioni pittoriche o utilizzati per creare installazioni site specific. La mia ricerca attualmente è orientata allo studio del gesto, del segno come azione, cercando di trasporre il movimento sulla superficie attraverso immagini dove segni e forme si presentano come in cerca del loro posto nello spazio, talvolta unite a suoni, al di fuori di un contesto stabilito, dando luogo a composizioni evocative, vorticose quanto organiche.
Che il viaggio abbia inizio.

di STEFANO BENNATI

IG: @aero.solero
YT: aero.solero

Stefano Bennati
STEFANO BENNATI

Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose. Appassionato d’arte, letteratura e cinema. Scrivo per lavoro e lavoro per comprare libri. Mi piacciono i calzini colorati.

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