Se ci pensate bene meravigliarsi è una grande abilità dei nostri tempi; un’azione che non proprio tutti riescono a mettere in pratica… A volte infatti sembra che tutto sia già stato fatto e che tutto sia già stato detto; battaglie già combattute, slogan già pronunciati, progetti già fatti e finiti da chissà chi prima di noi, con il risultato che non appare niente di nuovo sul fronte occidentale delle idee. Quindi sì, confermiamo, la meraviglia è un sentimento che a pochi è concesso provare, ma la cosa che in assoluto ci teniamo a smentire è che la nostra città non sia stracolma di questo sentimento! Sarà che noi la vediamo ovunque, lo sapete, cerchiamo di imprimerla in queste pagine… Per noi trasuda dalle mura del centro, trabocca in ogni strada e a renderlo possibile sono tutte le situazioni aretine, i Musi e le Muse che vagano qua e là e credeteci, ce ne sono, ah se ce ne sono (garantito da #wearearezzo)…
E in questo numero (forse più che in ogni altro) ve ne diamo una dimostrazione esistente proprio qui, nella nostra Arezzo, in una salita caratteristica come via Cesalpino, capace di nascondere tra le sue spesse mura, uno scrigno di meraviglia, un concentrato di “Wow!”, roba davvero da tenere la bocca aperta per un’ora, gli occhi sbarrati e la testa sognante, persa in mille galassie, set cinematografici, personaggi di Hollywood e pezzi di Marte (sì, hanno anche un pezzo di Marte)… Sveliamo subito che si tratta di Theatrum Mundi (la nostra cover story “L’Importanza della Meraviglia”), riduttivo chiamarlo museo o luogo di scambio per collezionisti, difficilissimo etichettarlo se non come luogo di creazione di meraviglia per eccellenza.
Leggendo il nostro articolo, se già non lo conoscete, capirete di più su che cosa è, intanto vi basti sapere che in copertina abbiamo messo uno dei loro oggetti; trattasi di tuta spaziale sovietica Sokol, progettata e prodotta dalla società NPP Zvezda, per garantire la sopravvivenza dell’astronauta in caso di accidentale depressurizzazione della navicella e per essere indossata durante le fasi critiche del volo: lancio, attracco e rientro in atmosfera. Lo strato interno della tuta è realizzato in un materiale leggero chiamato Kapton, in grado di mantenere la stabilità all’interno di un ampio range di temperature che vanno da -269°C a +400°C. Diteci che un “no vabbè!” vi è scappato… E se volessimo stupirvi ancora di più potremmo dirvi che a pagina 10 troverete un meteorite di Marte dal peso di 603 gr: dopo un viaggio interplanetario durato migliaia o milioni di anni nello spazio, pochissimi frammenti di roccia di Marte, espulsi dalla superficie del Pianeta Rosso a seguito di un violento impatto con un asteroide, arrivarono sulla Terra. Questo meteorite appartiene al gruppo delle Shergottiti, un tipo di rocce ignee basaltiche marziane che deve il suo nome alla città indiana di Sherghati, dove cadde il 25 agosto 1865. Quello di Arezzo è stato trovato nel Sahara occidentale.
Ci fermiamo qua e vi facciamo andare subito alla scoperta dell’articolo, sia per evitare spoiler ulteriori che per rovinarvi la sorpresa, ma un piccolo assaggio dovevamo pur darvelo… Soprattutto era necessario informare tutti i nostri lettori e lettrici che tutto ciò si trova ad Arezzo, sì proprio in centro, dove siete passati almeno un milione di volte durante il vostro tran tran cittadino. Se non è questo creare meraviglia!
editoriale di MELISSA FRULLONI
Credits Juri De Luca
(Nel nostro magazine utilizziamo il singolare maschile e non la schwa per dare una maggiore scorrevolezza al testo, crediamo comunque in un linguaggio inclusivo che utilizzi questo simbolo)
Vegetariana militante. Animalista convinta.
Femminista in prova. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete.
Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage.
Una laurea in giornalismo, un cane, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…